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Sei anni di morti sospette al pediatrico di Bari: al setaccio protocolli e controlli in corsia

Quali protocolli sanitari sono stati adottati all’interno di Cardiochirurgia pediatrica al “Giovanni XXIII” di Bari per la prevenzione di Klebsiella, stafilococco e di altre infezioni, ma anche gli eventuali audit svolti dall’Unità operativa Rischio clinico presso il reparto di Cardiochirurgia di via Amendola.

Si approfondisce l’indagine del Nirs sulle morti sospette di neonati ricoverati a Cardiochirurgia pediatrica, il reparto chiuso dal 17 gennaio scorso per carenza di personale. Non solo, dunque il caso della piccola di sei mesi, che avrebbe contratto proprio la Klebsiella e lo Stafilococco, pericolosissimi batteri che causano la polmonite, e il cui padre nel 2020 ha presentato denuncia alla Procura di Bari perché accerti le cause della morte.

In sostanza, il nucleo ispettivo vuol avere la fotografia completa di tutto quello che è accaduto in quel reparto negli ultimi sei anni. Per questo, ha chiesto al Policlinico (da cui il reparto dipende) i protocolli sanitari adottati e se siano stati eseguiti tamponi di controllo su piccoli degenti e sui loro accompagnatori.

Chiesti approfondimenti anche sulle modalità di comunicazione, dal 2016 al 2022, del numero di bambini deceduti, transitati dall’ospedale Pediatrico, e le cause del decesso. Gli ispettori vogliono infine sapere che tipo di controlli siano stati fatti all’interno, e a questo proposito gli eventuali audit effettuati nel Reparto.

L’obiettivo è accertare se la situazione fosse chiara e come sia stata gestita per evitare degenerazioni. Si profilerebbero, se fosse accertata qualche mancanza, non soltanto eventuali errori medici nella valutazione del caso, ma anche omissioni da parte di chi aveva il dovere di prevenirli.

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