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Torna a Bari la parata dell’orgoglio arcobaleno ma è polemica: dopo Manila Gorio, protesta anche Giannelli

La partenza ufficiale dell’edizione 2023 del Bari Pride è prevista oggi, alle 15, da piazza Umberto. Ma per qualcuno, la manifestazione dell’orgoglio arcobaleno è già partita. Col piede sbagliato.

E così, dopo quello di Manila Gorio, la giornalista transgender esclusa come madrina perché candidata alle comunali 2024, si alza un altro urlo di protesta, quello di Giuseppe Giannelli, a cui sarebbe stato impedito di allestire un proprio carro.

La manifestazione più inclusiva per definizione rischia di trasformarsi in un appuntamento diviso. Per Giannelli, presidente dell’associazione Pazzeska Culture odv, l’edizione di quest’anno è la seconda che gli riserva brutte sorprese. «Quando l’anno scorso si scelse di affidare l’organizzazione della festa del Post Pride ad altre due organizzazioni diverse dalla mia, ci accordammo che lo stesso appuntamento, nel 2023, venisse affidato alla mia organizzazione. Quest’anno, però, è stato deciso che nessuna associazione si occupi dell’organizzazione della festa, contravvenendo agli accordi presi». Ma non c’è solo la questione del Post Pride che preme a Giannelli denunciare.

Il presidente di Pazzeska Culture, infatti, sostiene l’esistenza di un «complotto» per impedirgli di allestire il carro, come era riuscito a fare nelle scorse manifestazioni. «Mi sono rivolto all’azienda che concede i carri e mi è stato risposto di rivolgermi all’organizzatore del Pride. L’ho contattato, ma per una settimana non ho ricevuto alcuna risposta. E così sono rimasto a bocca asciutta, nonostante avessi già ultimato la raccolta degli sponsor». Organizzatore di serate arcobaleno, il complotto di cui Giannelli parla potrebbe essere il frutto di «un conflitto di interessi» volto a favorire «qualche altro competitor».

«Così, però – conclude il presidente di Pazzeska Culture – la manifestazione al posto di diventare inclusiva rischia di essere divisiva. Da parte mia, mi sento discriminato dalla mia comunità: e questo non è giusto». Dietro all’esclusione dell’ipotesi Manila Gorio come madrina del Pride, c’è, invece, una lunga serie di zuffe consumatesi principalmente sui social network, come il lungo commento di un account sotto un contenuto della pagina Instagram della conduttrice («Purtroppo essendo lei di destra manca un po’ di coerenza», scrive l’account parlando della giornalista). O come l’allontanamento dal gruppo Whatsapp dell’assemblea del Pride, che raccoglie tutte le associazioni vicine al mondo arcobaleno. «Vorrei ricordare a chi mi ha espulso – commenta Gorio – che io rimango la presidente dell’Anti, l’associazione nazionale transgender Italia, che difende i diritti dei ragazzi e delle ragazze trans». E sulla questione del madrinaggio negato, la candidata a sindaco di Bari risponde che è stata costruita ad arte «la figura di una Manila Gorio più vicina al centrodestra». «Se si è detto che il Pride non deve essere politicizzato – commenta la giornalista transgender – perché continuano a trovare scuse sulla questione della mia candidatura?».

Intanto, è tutto pronto per la parata, la 20esima nel capoluogo e a cui sarà presente anche il sindaco Decaro. Il corteo arcobaleno partirà alle 16 da piazza Umberto e attraverserà via Andrea da Bari, via Nicolai, via De Rossi, via Piccinni, via Cairoli, corso Vittorio Emanuele, piazza Diaz, via Imbriani, corso Cavour, via Beatillo per poi fare ritorno alle 20 a piazza Umberto. Dalle 21 alle 24, si terrà quindi la festa del Post Pride.

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