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Torna l’avvocato Guerrieri ne “L’orizzonte della notte”: il nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio

Avvocatura e fragilità umana. Dopo cinque anni di silenzio riappare sulla carta, per la settima volta, un personaggio amato da tanti lettori: l’avvocato Guido Guerrieri.

Il romanzo stavolta, in una sorta di “macro capitoli” di una biografia dell’avvocato per eccellenza, s’intitola “L’orizzonte della notte” (Einaudi Stile Libero Big 2024). Il noto scrittore barese, ex magistrato e politico Gianrico Carofiglio ha presentato il suo ultimo lavoro di penna ieri a Bari, in una affollatissima libreria Feltrinelli. Una storia drammatica, un giallo in cui una donna è accusata di aver ucciso con un colpo di pistola l’ex compagno della sorella. Da qui, a catena, si innescano una serie di temi come quello della legittima difesa o dell’omicidio premeditato. C’è di sicuro un abusatore e poi un’imputata che ritiene di essersi dovuta difendere.

Un vortice di emozioni ma con quale argomento si è voluto davvero rapportare? Quale quello che le sta più a cuore?

«Il percorso interiore. C’è una storia processuale con strumenti di intensa suspense ma c’è soprattutto l’incontro con la tristezza, con la paura del tempo che passa; un corpo a corpo con le proprie fragilità e debolezze».

L’avvocato Guerrieri, infatti, quando è in tribunale in attesa di conoscere la decisione dei giudici riguardo la sua assistita, con la Corte in Camera di Consiglio, ripercorre dentro di sé dolorose vicende della sua vita, quelle subite nell’ultimo anno.

Nello stesso momento procedono due realtà: una vita professionale brillante con l’immagine di un avvocato efficiente e di successo e dall’altra un uomo pieno di fragilità, timori e dubbi.

Un confronto, anche questo, che lascia con il fiato sospeso; che percorso affronta il suo personaggio?

«È un uomo adulto che si confronta con la perdita ma non si rassegna. Si sottopone a delle sedute di uno psicanalista di scuola junghiana e la sua vera ricerca, in modo ostinato, è quella della felicità. E son del parere che qualunque cosa accada noi abbiamo il diritto e il dovere di ritrovarla».

E a questo proposito, secondo lei, dove si nasconde davvero la felicità?

«Mi piace ricordare, a riguardo, una citazione di William Shakespeare: “si cerca nell’oscurità, dopo si ritrova la luce”».

Un’avventura processuale ma non solo, quindi. Una meditazione sulla perdita e sul rimpianto. Una storia dove il protagonista si interroga sul tempo trascorso e in parallelo sul senso ultimo della sua professione, sull’idea stessa della giustizia. È un percorso faticoso e lungo, è un viaggio nelle tenebre per poi risalire in superficie. Sono in tanti ora ad augurarsi che l’avvocato Guerrieri di “L’orizzonte della notte” esca dalle pagine per apparire presto sullo schermo in una serie appassionante. Carofiglio si conferma così uno scrittore inesauribile che dedica la penna al suo mondo giudiziario italiano e alla sua città.

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