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Truffa sui migranti del Cpr di Bari: sotto accusa la coop che gestiva il centro. In 4 a processo

Sarà processato Antonio Manca e altre tre persone, accusati di frode nell’esecuzione delle prestazioni di assistenza e sorveglianza sanitaria degli immigrati, all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Bari. I fatti sarebbero avvenuti fino al 2019 (anno in cui sono state avviate le indagini). Gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Michele Ruggiero, hanno accertato irregolarità nell’adempimento del contratto di appalto per la gestione della struttura, affidata alla cooperativa Badia Grande di Trapani.

I quattro imputati, per cui è stato disposto il processo, sono la direttrice del centro fino a febbraio 2021, il medico responsabile del Cpr fino a dicembre 2019, il legale rappresentante della cooperativa e il referente dell’associazione Paceco Soccorso per il servizio di assistenza sanitaria nel Cpr.

I reati contestati sono, per tutti, la frode nell’esecuzione del contratto di affidamento, in particolare, del servizio di assistenza sanitaria e, per tre di essi, la violazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro per la mancata esecuzione delle visite mediche di primo ingresso, con il connesso rischio della diffusione di malattie infettive. Le indagini sono partite nel 2019 e “hanno evidenziato – a parere degli investigatori – che la precarietà dei servizi essenziali erogati dalla cooperativa ha contribuito a creare le condizioni di esasperazione da cui sono scaturiti proteste e incendi all’interno della struttura”.

L’accusa di frode allo Stato si riferisce al fatto di aver garantito un’assistenza medica così scarsa da “esporre gli ospiti, i lavoratori e i terzi a grave rischio di contrarre malattie infettive”. La cooperativa sociale Badia grande è finita al centro di numerose inchieste in tutta Italia che ad agosto scorso le sono costate l’esclusione dalla gara di affidamento del servizio di accoglienza e assistenza presso il centro di permanenza e rimpatrio di Trapani-Milo.

Alla base della decisione della Prefettura di Trapani c’era stato “il decreto della Procura che dispone il giudizio nei confronti del legale rappresentante della cooperative, Antonio Manca, chiamato a rispondere di frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica del privato in atti pubblici e truffa ai danni dello stato”. La vicenda giudiziaria riguardava l’affidamento da parte della Prefettura del capoluogo dei servizi di accoglienza affidati alla cooperativa tra il 2017 e il 2019.

Il processo barese, invece, comincerà a dicembre del 2024.

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