Dieci condanne sono state inflitte oggi dal tribunale di Bari a conclusione del processo di primo grado scaturito dall’inchiesta sfociata nel blitz anti usura del 9 novembre 2020, chiamato “Cravatte rosa”. Gli imputati, due uomini e otto donne, sono stati condannati a pene comprese fra 6 anni e sei mesi di reclusione e due anni e quattro mesi.
Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni, periodo per il quale il giudice Luigia Lambriola ha sospeso il decorso dei termini di durata massima delle misure cautelari personali.
L’inchiesta, coordinata dal pm della procura di Bari, Lanfranco Marazia, portò a 13 arresti, di cui 5 in carcere e 8 agli arresti domiciliari.
Contestate condotte di usura di tipo domestico, per centinaia di migliaia di euro nel periodo 2011-2020, prevalentemente da donne appartenenti a 4 nuclei familiari nei confronti di loro vicini di casa, residenti nei quartieri popolari Japigia, San Pasquale e San Paolo di Bari. Le indagini partirono dalle dichiarazioni rese da un’anziana di Bari, in gravi difficoltà economiche, che a maggio 2019 denunciò ai militari della Guardia di Finanza di Bari di essere vittima di usura. Stando a quanto contestato, alla restituzione della somma prestata venivano applicati tassi di interesse annui di oltre il 5.000%. Oltre a famiglie con gravi difficoltà economiche, a cadere morsa dell’usura, ci sarebbero stati impiegati, commessi ed operai, alcuni dei quali anche accaniti giocatori di bingo, lotto, slot machine e gratta e vinci.