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Andria, a spasso con un grosso cane seminava panico tra i passanti: l’animale è nella lista delle specie pericolose

Girava indisturbato con il suo grosso cane, senza rendersi conto di creare non pochi timori tra i passanti. Il proprietario di un pastore del Caucaso bianco e nero, è stato pesantemente sanzionato dai carabinieri del nucleo radiomobile dei Andria, non solo per l’omessa iscrizione del quattrozampe all’anagrafe canina ma, in particolar modo, perché lo lasciava libero ed incustodito, senza le debite cautele, trattandosi di un animale pericoloso, come prescrive l’attuale normativa in vigore.

Gli ultimi giorni hanno visto ancora una volta un’ intensa operazione di controllo del territorio, con posti di blocco, che hanno portato, oltre alle numerose sanzioni al Codice della strada al rinvenimento di auto rubate, dai carabinieri agli ordini del capitano Pierpaolo Apollo, comandante della Compagnia di Andria, ancora una volta occultate nelle campagne circostanti il centro abitato. Attività dell’arma benemerita, nell’ambito della sicurezza e dell’ordine pubblico posta in atto contro i reati predatori, una odiosa piaga che purtroppo porta la provincia Barletta Andria Trani, ai vertici nazionali della classifica dei territori più inclini a questo tipo di reato.

Il ritrovamento di altre quattro autovetture rubate, alcune di pochi mesi dalla loro immatricolazione, in quest’occasione tre rubate a cittadini andriesi mentre una a Bisceglie, è l’ultimo bilancio conseguito, dai carabinieri di Andria. In particolare un Alfa Giulia è stata ritrovata in contrada Monte Faraone, un Fiat Fiorino in località Taverna Vecchia, mentre in via Bisceglie, una Fiat Uno ed una Peugeot 308, quest’ultima sottratta nella città del Dolmen. L’azione di contrasto al fenomeno dei furti di auto e del riciclaggio dei pezzi di ricambio sul mercato clandestino, da parte delle forze dell’ordine, ha subito una forte stretta negli ultimi mesi coi risultati sotto gli occhi di tutti. Decine di automezzi recuperati e numerose officine clandestine scoperte sulla Murgia, all’interno di vecchi casolari abbandonati o in capannoni dismessi.

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