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Barletta, al Challenger della “Disfida” trionfa il bosniaco Dzumhur: battuto Mayot in finale

Dai campi di battaglia della sua Sarajevo a vincitore sulla terra rossa del Ct “Hugo Simmen” di Barletta. Il bosniaco Damir Dzumhur trionfa alla 24esima edizione del Challenger della “Disfida” da 75mila euro, titolo sottratto alle brame del francese Harold Mayot, battuto 6-1, 6-3 in poco meno di 90 minuti.

Alla finale arrivano le prime due teste di serie del torneo (Dzumhur è la numero 2) e tanto basta per attirare il pubblico delle grandi occasioni anche senza un italiano pronto a impugnare la racchetta. L’ultimo è Jacopo Berrettini, sconfitto in semifinale da Mayot. D’altra parte il pubblico barlettano e calorosissimo con tutti gli azzurri, ma lo è altrettanto tutti gli altri, indistintamente dalla nazionalità. Il che rende doppiamente felice il presidente del circolo tennis, Savino Lapalombella, e tutti gli altri soci per la riuscita dell’evento.

Quest’anno la manifestazione ha aperto le porte a due novità: la messa in onda delle gare sotto le telecamere dell’emittente Supertennis e l’uso del cosiddetto “Occhio di falco”, la tecnologia utile per dirimere questioni legate a palle che cadono nelle immediate vicinanze delle righe. Una così attenta organizzazione e la cura dei dettagli avrebbe meritato una finale più combattuta: sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un evento di grande spessore. Così non è stato, per merito di Dzumhur nato nel 1992 mentre nella capitale bosniaca piovono le bombe della guerra civile in corso nei confini della ex Jugoslavia.

Temprato dagli eventi, 14enne si disimpegna come attore in erba in un paio di film di produzione tedesca. Sul centrale barlettano, invece, non recita ma è il vero protagonista di una gara quasi perfetta, che annichilisce il suo avversario, numero 129 del mondo, e gli permette di raccogliere l’eredità del giappone Shintaro Mochizuki. Lui, invece, è il 159 e adesso con i 75 punti messi in palio dal torneo barlettano potrà scalare qualche altra posizione. Una piccolo traguardo per chi, toccando quasi il cielo con un dito, nel luglio del 2018 era il numero 23 del mondo.

Quello spirito emerge durante la sfida con Mayot, condizionata dal vento ma soprattutto dal sole che acceca i contendenti quando si tratta di alzare lo sguardo per ricevere la pallina indirizzata dall’avversario come un pallonetto per poi schiacciarla nella metà campo opposta. Il vento fa la sua parte nel secondo set, quando Mayot colpisce con il dritto violentemente una palla che si impenna sino a perdersi alla vista di giocatori e spettatori.

Salvo ripiombare nel campo di Dzumhur che, sorpreso, risponde in tutta fretta regalando il punto. Poco male perché davvero è una gara a senso unico. Felici i finalisti, molto di più lo stato maggiore del circolo tennis che ospita Isidoro Alvisi, vicepresidente Fitp e barlettano doc. L’appuntamento, adesso, è per l’edizione 2025, che si annuncia ugualmente elettrizzante.

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