Home Attualità Barletta, attesa per l’inaugurazione dell’Archivio di Stato. Grimaldi: «Aprirà a ottobre»

Barletta, attesa per l’inaugurazione dell’Archivio di Stato. Grimaldi: «Aprirà a ottobre»

Doveva essere inaugurata a settembre, così come era stato preannunciato nel luglio scorso, ma sulla nuova sede (in via Manfredi) dell’archivio di Stato di Barletta pare regni il silenzio. Nel novembre 2020 partirono i lavori (attesi da trent’anni) per la realizzazione, nell’ex Caserma Stennio di via Manfredi, della nuova sede dell’archivio di stato, lavori resi possibili grazie ad un finanziamento di 5milioni di euro dal Ministero della Cultura (MiC). In quell’occasione il sindaco Mino Cannito sostenne che entro duecentocinquanta giorni (ovvero nell’estate 2021) la sede dell’archivio sarebbe stata l’ex caserma e non più i locali di via d’Aragona. Così non è stato.
Ne parla il direttore dell’Archivio di Stato di Bari – Sezione di Barletta e Trani, Michele Grimaldi, sviscerando anche la questione legata alla diatriba con la vicina Trani in merito all’istituzione della sede provinciale dell’archivio a Barletta. Trani ne rivendica la sede nell’antico palazzo Valenzano. Grimaldi ribadisce inoltre, che nonostante la carenza di personale, le sedi di Trani e Barletta, per sua volontà, non saranno chiuse disattendendo alle indicazioni provenienti da Roma.

Direttore, cosa e chi ha impedito, l’inaugurazione della nuova sede?

«Il ritardo è dovuto alle recenti elezioni politiche. Nel momento in cui il Presidente della Repubblica ha sciolto le camere, è venuto meno il ministro, il direttore generale (tuttavia quest’ultimo è andato in pensione), dunque tutto si è bloccato compresa l’inaugurazione, ora dovremmo, in riferimento a ciò che succederà con il nuovo ministro e il nuovo direttore generale, inaugurare a fine ottobre, sempre che le vicende politiche lo consentano».

Nei giorni scorsi il Comitato spontaneo pro Archivio di Stato a Trani, ha organizzato iniziative tese a “far conoscere i tesori del patrimonio documentario”; iniziative volte a scongiurare l’istituzione della sede provinciale dell’Archivio di Stato a Barletta. Il suo commento nel merito?

«Non conosco il comitato, loro si basano su un discorso campanilistico che non ha nulla a che vedere con gli istituti archivistici. Forse non sanno cosa vuol dire “far conoscere” perché un archivio di Stato fa già questo tipo di attività. Di recente, ho organizzato, anche se non potevo, due importanti eventi: le Giornate europee del patrimonio e domenica di carta che hanno di certo fatto conoscere il patrimonio documentario nonché il Valenzano, ossia il palazzo che ospita la sezione dell’archivio di Stato di Trani».

L’acquisto dell’ex palazzo delle poste, da parte del MiC, potrà servire a reperire spazi necessari considerando la carenza che si registra nelle sezioni dell’archivio di Stato di Barletta e Trani. A che punto siamo?

«Il grosso problema, non solo dell’archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani, ma di tutti gli archivi d’Italia è quello dei depositi: sono saturi. La “barzelletta” dello sperpero di denaro per l’acquisto di una cosa che non serve, non regge. A chi fa simili affermazioni chiedo di interpellare gli uffici delle province di Bari e di Bat, quelli del tribunale, della prefettura e delle varie sedi di questura, carabinieri eccetera, chiedessero a questi uffici, se possono versare documenti all’archivio di Stato. La direzione generale e il ministro hanno riferito che tutti gli archivi sono saturi e non possono più pagare alti costi di locazione per tenere i documenti. L’ acquisto dell’ex palazzo delle poste è stato già deciso considerando che al riguardo è stato posto in essere un decreto interministeriale tra il Ministero delle Finanze e quello della Cultura; questo palazzo servirà a “mettere una pezza” alla carenza di spazi».

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