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giovedì 3 Ottobre 2024
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Ecoreati, il procuratore di Trani: «Aumenta il traffico di rifiuti dall’Italia alla Cina»

Dal 75 al 91 per cento dei rifiuti prodotti in Italia tra il 2010 e il 2018 è stato esportato in Cina «e non per un ciclo corretto». È quanto ha riferito il procuratore capo di Trani, Renato Nitti, a margine della presentazione del report 2024 sugli ecoreati organizzata da Legambiente a Corato.

«Siamo stati capaci di contrastare e di accertare degli episodi ma tutto il resto del flusso ci è sfuggito», ha aggiunto evidenziando che «dal punto di vista normativo, per alcuni reati, noi abbiamo un discreto armamentario, cioè la possibilità effettivamente di contrastarla».

Secondo il procuratore «è vero che il rapporto ecomafia dice che i numeri sono aumentati ma di fatto i processi per reati ambientali no. Se andiamo a vedere quanti processi si tengono dinanzi alla terza sessione penale della Cassazione che si occupa di questi reati ci rendiamo conto che sono diminuiti nel corso del tempo. E non sono diminuiti perché si sono ridotti gli illeciti commessi ma perché via via, nel corso degli ultimi dieci anni, è stata indebolita, se non smantellata a volte, la rete dei servizi di polizia giudiziaria che si occupa di reati ambientali».

Nitti ha sottolineato che «in questo momento non riusciamo a mettere in campo tutte le risorse che dovremmo mettere. Non è un problema di professionalità perché l’Italia ha un’eccellenza di professionalità in contrasto di ecoreati è un problema veramente di numeri. La prima frontiera sui reati paesaggistici è data dal corpo forestale dello Stato, poi avevamo alcune forme di contrasto con i carabinieri del Noe, con la Guardia di finanza sui traffici di rifiuti ma non bastano rispetto ai fenomeni che noi abbiamo constatato».

Per il procuratore di Trani c’è «bisogno che venga irrobustita la rete dei servizi di polizia giudiziaria che si occupa di reati ambientali. È necessario che i carabinieri forestali tornino a occuparsi di ciò di cui si occupavano in precedenza – ha aggiunto – che il Noe venga strutturato con un numero di persone in grado di poter fare indagini sui traffici dei rifiuti, che venga superata quella indicazione per cui altre forze di polizia non se ne devono occupare. Dobbiamo convincerci che abbiamo delle eccellenze in casa ma dobbiamo strutturarle in maniera da contrastare meglio gli illeciti», ha continuato Nitti.

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