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Femminicidio ad Andria, un’amica di Vincenza: «Faceva carriera ma Luigi non lo tollerava»

Un omicidio che assume contorni sempre più foschi dall’analisi delle personalità del marito di Vincenza Angrisano, l’ultima vittima, in ordine cronologico, di femminicidio. Martedì sera l’epilogo di una relazione già arrivata al capolinea, l’epilogo tragico e violento: Luigi Leonetti, il marito della vittima, la accoltella al culmine di una lite davanti ai figli minori.

«Aveva sempre il sorriso sulle labbra», racconta l’amica di una vita Carmela Defazio. «Ci conoscevamo da 17 anni, da prima che lei e il mostro – sì, perché io lo chiamo così, il mostro – si sposassero. Ci eravamo incontrate in un negozio di parrucchiera dove lei stava promuovendo alcuni prodotti e mi aveva colpito la sua personalità solare e spumeggiante. Avevamo subito stretto amicizia e da allora ci sentivamo spesso. Vacanze insieme, le feste dei 40 anni, ma anche qualche caffè ogni tanto, quando riuscivamo a rubare un minuto di libertà ai nostri lavori».

Com’era il rapporto tra Enza e suo marito?

«Lui la trattava malissimo, la offendeva continuamente. Le rinfacciava qualche chilo di troppo, le diceva che se l’avesse lasciato nessuno mai l’avrebbe guardata perché faceva schifo, mentre lui guardava spesso altre donne. Lei aveva sopportato a lungo e si era buttata nel lavoro, aveva macinato successi ma lui non lo sopportava. Voleva che lei lasciasse la Stanhome e ritornasse a fare la schiava, l’operaia nelle confezioni. Era lei a portare il pane a casa e aveva finalmente deciso di andarsene».

Enza le parlava mai del marito direttamente?

«Lei aveva un cuore buono: io le chiedevo sempre chi glielo facesse fare, ma lei mi sorrideva triste e andava avanti. Lui aveva cambiato mille lavori: aveva fatto volantinaggio, in estate anche l’uomo di servizio nei lidi per riporre le sdraio, ma si lamentava in continuazione, della stanchezza, del mal di schiena. Avrebbe passato tutta la giornata a casa a fare niente. Neanche con i bambini voleva stare, gli davano fastidio. Lei invece lavorava, lavorava sempre: si era fatta apprezzare da tutti, tanto che era diventata direttrice di zona. Aveva la “cazzimma”, sapeva essere convincente nelle vendite tanto che aveva vinto dei viaggi, otteneva tante gratificazioni. Il marito era sospettoso, immaginava chissà che cosa, non riusciva a concepire che la moglie fosse “semplicemente” brava nel suo lavoro o comunque voleva che si dimettesse. Una volta mi aveva detto “se lo lascio, lui farà qualche pazzia”. E lui me l’ha ammazzata come un animale».

L’emozione è tanta: quando vi siete sentite per l’ultima volta?

«Enza era intervenuta di recente in una mia live su TikTok e mi aveva detto di fregarmene dei giudizi della gente, di non dar retta alle malelingue. Io le volevo troppo bene, riusciva a farmi sentire meglio e le avevo augurato di trovare la sua felicità. Poi martedì sera un’amica mi ha chiamato quando ero appena uscita dalla doccia e mi ha detto “hai visto cos’è successo a Enza? Il marito…” e io pensavo prima che fosse accaduto un incidente a lui, poi che lei fosse stata poco bene. Invece l’ha accoltellata, quell’animale, davanti a quei bambini. Ho urlato come una pazza, non ci potevo credere. Ma come si fa? Due bambini d’oro, giudizioso il grande e vivace e simpaticissimo il piccolo. Ho guardato sul cellulare, l’ultimo accesso di Enza su WhatsApp risaliva alle 16.48. Poi quel mostro ha distrutto tutto».

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