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Nel carcere ci si allena alla speranza: a Trani la rieducazione passa dal calcio con i corsi per allenatori

Utilizzare la pratica sportiva per aiutare i detenuti, una volta concluso il periodo di reclusione, ad essere reinseriti nella vita civile. È stato presentato ieri nel carcere maschile di Trani il progetto pilota “Alleniamoci alla speranza”, su iniziativa della senatrice Angela Anna Bruna Piarulli e con l’importante partecipazione di Renzo Ulivieri, presidente nazionale dell’associazione italiana allenatori calcio.

Il progetto segue quanto esplicitamente scritto nell’art. 27 della Costituzione italiana secondo cui le pene “devono tendere alla rieducazione del condannato”. Infatti, l’obiettivo dell’iniziativa è quello di dare ai detenuti minori la possibilità di praticare sport sotto la guida di allenatori esperti e ai detenuti adulti di svolgere un corso che possa loro consentire di affrontare un esame e ottenere la licenza di allenatori.

Il calcio, da sempre simbolo di cooperazione e rispetto delle regole, diventa così il volano per una rieducazione completa dei detenuti che, in questo percorso, affronteranno anche il tema della violenza e dello stare insieme. Per la realizzazione del progetto pilota sono state individuate tre città, Trani, Paola e Bergamo. Negli istituti penali per i minori si svolgeranno almeno tre allenamenti a settimana per due ore al giorno, tornei e un campionato interno da svolgersi il sabato o la domenica e la realizzazione di una rivista in cui i ragazzi potranno raccontare le attività svolte.

Negli istituti penitenziari, invece, i detenuti potranno seguire i corsi per allenatori in modo tale da poter realizzare il sogno di diventare allenatori della Figc. Infatti, attraverso l’attività dell’Aiac e della Federazione Italiana Giuoco Calcio i neo allenatori, una volta riottenuta la libertà, potranno sedersi su una delle panchine delle squadre della Lega Dilettanti. Per i detenuti maggiorenni, il corso si svolgerà nell’arco di quattro mesi, avrà una durata pari a 156 ore a cui si aggiungeranno 20 ore di tirocinio da realizzarsi all’interno dell’Istituto penitenziario. Per i detenuti minorenni, invece, il periodo di svolgimento del progetto sarà di dieci mesi. Il progetto pilota, come detto, vedrà la luce all’inizio solo in tre città italiane, ma al termine si valuteranno le possibilità di estenderlo su tutto il territorio nazionale eventualmente attuando delle modifiche che risulteranno necessarie. In questo modo i detenuti potranno dare un calcio al passato e agli errori commessi e ricominciare, invece, a dare i calci a un pallone dal sapore di libertà e rinascita.

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