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sabato 27 Luglio 2024
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Racket, chiude lo sportello di Canosa: dal 2017 nella Bat solo 13 denunce. L’sos: «Clima di omertà»

«Lo sportello di Barletta sta funzionando, stiamo assistendo imprenditori che hanno denunciato negli anni scorsi; dal 2017 ad ora, solo13 denunce da tutta la Bat, (il clima è omertoso) due delle quali importantissime che abbiamo seguito con la guardia di finanza: si tratta di un commerciante e di un imprenditore che hanno denunciato un clan pericoloso di Cerignola. L’imprenditore deve denunciare, non deve essere complice della criminalità organizzata, non basta la segnalazione, bisogna avere il coraggio di esporsi, noi ci costituiamo parte civile siamo vicini agli imprenditori accompagnandoli anche al processo aiutandoli, inoltre, a riattivare la loro attività economica».

Sono queste le prime dichiarazioni del Presidente Fai – Antiracket regionale Puglia di Molfetta, Renato De Scisciolo espresse durante la conferenza stampa tenutasi ieri mattina presso lo sportello del Fai di Barletta che ha sede all’interno del castello. Una conferenza convocata anche per chiarire la questione dello sportello di Canosa di Puglia laddove la situazione pare essere ancora più omertosa (pochissime le denunce), così com’è emerso durante l’incontro al quale hanno partecipato anche alcune vittime di usura e estorsioni. Uno sportello inaugurato nel marzo 2022, a cui nel febbraio 2023 il Comune di Canosa ha revocato la disponibilità dei locali destinati all’associazione Antiracket e il mese successivo è stata poi annullata la convezione tra l’associazione e il Comune.

«Solo due imprenditori ci hanno chiesto aiuto allo sportello di Canosa – ha sottolineato De Scisciolo – ma per un prestito bancario, che del resto non è tra i nostri compiti. Dopo di ché, in quello sportello, non si è presentato più nessuno nonostante il nostro numero di telefono fosse ben affisso sulla porta dello sportello stesso, quindi chi ne avesse avuto bisogno poteva contattarci in ogni momento».

A febbraio 2023, dopo la revoca dei locali (che servivano al Comune, così come ci ha comunicato il sindaco) abbiamo emesso un verbale con il quale chiedevamo, al Comune, almeno la disponibilità di una stanza. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta, ci hanno solo inviato una lettera chiedendoci di togliere, da quei locali, il nostro materiale. Ho anche incontrato il sindaco ma risposte non ne ho ricevute».

«Tutto è cominciato da quando ci siamo rivolti ad un usuraio e poi siamo diventanti vittime di estorsioni, nonostante le nostre denunce continuiamo a subire minacce. Qualcuno ci ha anche definito “ingenui”, quasi a volerci colpevolizzare». È questa la testimonianza di un imprenditore agricolo di Andria. Le vittime sono soprattutto imprenditori edili, agricoli e liberi professionisti. «L’estorsione di cui parliamo – ha concluso il presidente – fa riferimento ad una vera e propria criminalità organizzata che vuole impossessarsi dell’attività economica entrando in società».

Con una nota, invece, la consigliera del M5S e delegata alle Politiche Culturali Grazia Di Bari ha piuttosto evidenziato che: «La chiusura dello sportello in piazza Galluppi a Canosa, a meno di due anni dall’inaugurazione, è una sconfitta. Serve creare rete e spingere gli imprenditori a denunciare. Chiedo pertanto al presidente della commissione regionale di Studio e Inchiesta per il contrasto alla criminalità organizzata in Puglia Renato Perrini di convocare il presidente della federazione delle associazioni antiracket e anti usura italiane Renato De Scisciolo, così da capire quali azioni mettere in campo affinché chi lavora nel tessuto produttivo della Bat, non si senta solo».

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