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Scontro tra treni sulla Andria-Corato: nasce Komorebi per ricordare il 17enne Francesco Tedone

«Ricordo in maniera nitida la mattina del 12 luglio. Lui mi raccontava quello che avrebbe voluto fare». Come tutta la famiglia (e non solo) Tiziana Tedone non dimentica la gioia di vivere, condividere e di creare di suo fratello Francesco, il 17enne che insieme ad altre 22 persone ha perso la vita il 12 luglio 2016 a causa dello scontro ferroviario tra Andria e Corato. Due giorni prima di quel disastro sui binari, il ragazzo era rientrato dal Giappone, paese che adorava e nel quale aveva vissuto, trascorrendovi un anno di studio e formazione. Aveva preso il treno per la sua città, Corato, dalla stazione di Andria, dove era stato per incontrare una sua professoressa e un amico, con i quali aveva condiviso l’esperienza che si era appena conclusa.

L’idea

Da quell’entusiasmo, dal suo desiderio di mettersi in gioco, nasce “Komorebi”, un appuntamento che si terrà proprio il prossimo 12 luglio, in occasione dell’ottavo anniversario della tragedia.

In memoria di Francesco Tedone si svolgeranno attività di arteterapia, giochi e musica, rivolte sia ai bambini sia agli adulti. «Si tratta di un evento che facciamo all’interno di un uliveto – spiega Tiziana Tedone – per ricordare e trasformare le sensazioni e le percezioni che abbiamo vissuto e stiamo vivendo».

Il significato

«L’uliveto – continua la sorella della vittima – rappresenta quello che la parola giapponese “komorebi” significa, ovvero la luce del sole che attraversa i rami degli alberi». «È la luce di Francesco che ci sprona – aggiunge Tiziana Tedone – a proseguire con i nostri sogni».

La famiglia di Francesco torna in un uliveto, l’ultimo paesaggio che il ragazzo ha visto, per dare a chiunque la possibilità di esprimersi. Torna in campo perché quelle emozioni possano essere frutto per la comunità. Condivisione di gioia e dolore, per non pensare alle telefonate di quelle ore, alle ricerche negli ospedali, ai confronti con i medici legali, un calvario.

Il processo

Ma sarà un 12 luglio dal sapore particolare quello di quest’anno, a pochi giorni dall’inizio del processo di secondo grado. «Contrariamente a quello che c’è stato nel primo grado di giudizio, ci aspettiamo giustizia», afferma Vincenzo Tedone, il papà di Francesco. «Non crediamo che solo due persone siano colpevoli. Noi siamo contentissimi – prosegue l’uomo – del fatto che il comune di Andria abbia istituito una Giornata dedicata alla memoria collettiva. È l’unica città ad aver fatto questo, mentre le altre hanno dimenticato organizzando anche altri eventi per il 12 luglio».

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