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sabato 27 Luglio 2024
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Stp, per i mezzi niente più benzina a Trani. Il rifornimento ora è solo a Molfetta e Bari

Rilancio dell’azienda? «Sì, a spinta però perché manca la benzina». L’Unione Sindacale di Base Lavoro Privato invia una nuova nota a mezzo stampa sulla situazione attuale di Stp Spa Bari dopo quanto avvenuto nell’ultima settimana: «I lavoratori residenti a Trani hanno ricevuto indicazione su ordine di servizio di procedere a rifornimento presso una stazione di servizio di Molfetta o il deposito a Bari, una scelta che battute di spirito a parte è abbastanza preoccupante» dice Francesco Laterza, RSA Usb Lavoro privato.

La società Stp Spa Bari, lo ricordiamo, annovera tra i propri soci la Città metropolitana di Bari, la provincia Bat, Amet Spa e Comune di Trani. «Non conosciamo per quali ragioni tecniche ed organizzative la STP Bari stia adottando un tale, ed a nostro avviso incomprensibile provvedimento, ma vista l’attuale condizione economica della società ci sorge il dubbio sulla possibilità che quanto stia accadendo sia dovuto o al mancato rinnovo delle dovute convenzioni con i fornitori o tal più alla mancata capienza delle schede carburante in possesso dei lavoratori».

Come spiegano nella nota, da giorni sta disponendo ai conducenti della residenza di Trani di fare rifornimento carburante non più presso le vicine stazioni di servizio presenti nei pressi del loro deposito, bensì di recarsi presso il deposito di Bari o presso il comune di Molfetta. «Come sempre, chi ne subisce le conseguenze sono proprio i lavoratori che, ad esempio, dalla fermata di Piazza Gramsci a Bari, durante i periodi di sosta o di pausa, potrebbero essere costretti a recarsi presso il deposito della Città Metropolitana per procedere con il rifornimento del mezzo percorrendo 20 km a vuoto, con tutti i rischi del caso, tra ulteriore spreco di gasolio e deperimento del mezzo» scrivono dall’Usb. L’Unione Sindacale di Base ricorda gli altri tasselli della gestione Stp Bari tra esternalizzazioni delle linee, contratti di lavoro somministrato e la chiusura dell’officina del deposito di Bari per motivi legati alla sicurezza «in merito alla quale non si conoscono ancora le sorti».

«Parliamo di un’azienda pubblica e in quanto tale andrebbe tutelata e rivalorizzata, sradicandola da meccanismi che ne stanno determinando il tracollo. Le scelte che sottolineamo sono sintomo di problematiche economiche, probabili mancati accordi o convenzioni, problemi che per un’azienda pubblica amministrata dal pubblico sono preoccupanti» conclude Laterza.

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