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Tennis, quando Sinner giocò in Puglia: «Si allenava a Trani e voleva pagare il campo»

«Non è una favola. Mi chiese quanto doveva pagare il campo». Esordisce così Giuseppe “Peppino” De Vincenzo, titolare del Tennis Club Trani, dove Jannik Sinner si allenò nel 2019 per preparare il torneo Challenger di Barletta. «Venne con campioni già più affermati di lui. Era ancora un ragazzino, ma da certi atteggiamenti capisci quando qualcuno diventerà un campione. La maniacalità e l’attenzione con cui trattava le attrezzature, la cura e la passione che ci metteva. E poi quella richiesta. Gli ho risposto di farci una foto e di restare in contatto. Ho fatto bene». Cinque anni dopo, a Parigi, l’altoatesino è diventato il numero 1 del tennis mondiale. Non gli è servito neanche vincere il Roland Garros. L’ormai ex leader della classifica Atp, Novak Djokovic, si è arreso a causa di un infortunio che lo costringerà a saltare anche Wimbledon.

In che occasione Sinner si è allenato nel Tennis Club Trani?

Pioveva e il mio era l’unico campo coperto. È un campo in terra: è una bella coincidenza che il primato mondiale sia arrivato al Roland-Garros. Lui è arrivato insieme a un gruppo di giocatori, si sono allenati per tre ore e fu l’ultimo ad andarsene, probabilmente perché era il più piccolo. Per questo ebbe l’onere di passare il tappeto al campo per sistemarlo e rimanemmo solo noi due. Fu in quel caso che mi chiese quanto dovesse pagare. Io gli risposi di farci una foto, credo di aver fatto bene.

Quella foto è diventata quasi un cimelio ormai.

In effetti è esposta nel campo dove si è allenato e che gli ho dedicato: ora il campo 4 è intitolato a Jannik Sinner.

Ai tempi si notava qualcosa di diverso in lui rispetto agli altri tennisti?

Colpiva molto più forte degli altri. L’ho notato per tutto l’allenamento. Gli altri li conoscevo più o meno tutti perché spesso vengono qui. Da me veniva sempre ad allenarsi Andrea Pellegrino (numero 159 del ranking Atp, ndr). Lui si portava al seguito qualche professionista. Quella settimana si allenò qui anche Jacopo Berrettini (numero 540 del ranking Atp e fratello di Matteo, ndr).

Lei che l’ha visto così giovane conferma la sua cura degli spazi e delle attrezzature?

Lo confermo al 100%.

Pensa che Sinner si ricordi ancora di Trani?

Ogni tanto leggo i commenti che dicono “Ma figurati se si ricordano ancora di Trani”. Io invece no sono assolutamente convinto. Io ho un rimpianto: quello di averlo mancato a Madrid. Siamo andati nella capitale spagnola per incontrarlo. Sia io, sia una giornalista lo stavamo aspettando, lei per intervistarlo. Purtroppo non si è presentato perché aveva dato forfait per infortunio, l’abbiamo aspettato per tre ore ma non c’è stato niente da fare. È un peccato perché già ero pronto con la maglietta del Tennis Club Trani per dargliela e farci un altra foto insieme. Con quella immagine si sarebbe ancor più rinsaldato l’approccio con Trani.

Non siete riusciti a rimanere in contatto?

Con lui purtroppo no, ma credo avrà anche cambiato più di un numero di telefono. Ci ho provato dal vivo, a Madrid, ma non è stato possibile. Se avesse giocato, probabilmente adesso potrei raccontare un’altra storia. Sicuramente ci saranno altre occasioni e altre opportunità, la carriera sarà ancora lunga.

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