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Truffa telefonica, il messaggio ricevuto di prima mattina per chiedere aiuto e denaro

truffa

«Mamma, il mio telefono è caduto in acqua. Adesso non funziona più». Inizia con la comunicazione di un nuovo numero telefonico e prosegue con la richiesta di denaro la nuova truffa con la tecnica di un sms che arriva nelle prime ore della mattina o di notte. Sono decine le segnalazioni che ogni giorno ricevono le forze dell’ordine della Bat. La tecnica usata fa leva sull’emergenza familiare, innescando spesso reazioni immediate. Almeno quattro messaggi su dieci, infatti, ricevono risposta. Da qui, parte tutto.

La pressione sulle vittime

Una volta stabilito il contatto, i truffatori passano alla fase successiva. Fingendosi un figlio in difficoltà, chiedono soldi per affrontare una finta emergenza, come pagare una riparazione urgente o coprire spese impreviste. In molti casi, le richieste di denaro sono accompagnate da dettagli credibili e un tono disperato, aumentando la pressione sulla vittima affinché agisca senza riflettere.

Le cifre

Vanno dai 100 ai 300 euro. A volte i truffatori chiedono persino le coordinate bancarie o gli accessi al conto corrente per poter effettuare direttamente le transazioni. Uno degli ultimi casi si è verificato a Margherita di Savoia. «Ho ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto che diceva di essere mio figlio – racconta la signora Gianna – e mi faceva sapere che il suo telefono era fuori uso. Preoccupata, ho subito chiamato il vecchio numero di mio figlio e ho scoperto che era una truffa». Non sono episodi isolati. Spesso dopo un primo tentativo non andato a buon fine, ne seguono altri, sempre più insistenti.

Quella del “telefono caduto in acqua”, in realtà, è solo l’ultima di una serie di truffe che prendono di mira ormai non solo più le persone anziane, ma anche le famiglie. Una delle principali fonti di informazioni per i malintenzionati sono i social, che spesso rivelano molti dettagli personali. «Per questo è necessario fare attenzione a tutto ciò che si pubblica – fanno sapere dalla Polizia postale – e non rispondere mai a messaggi con richieste di informazioni private o denaro».

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