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mercoledì 21 Agosto 2024
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Brindisi, 52 mln per la bonifica di Micorosa. Pichetto Fratin: «Chiusa una pagina di inquinamento» – VIDEO

Completati i lavori per la messa in sicurezza e la bonifica dell’Area Micorosa, nel sito di interesse nazionale (Sin) di Brindisi.

Gli interventi di bonifica, del valore di poco più di 52 milioni di euro, hanno riguardato un’area di 84 ettari che, dopo essere stata per lungo tempo luogo di recapito e smaltimento di rifiuti industriali, è stata restituita al territorio di Brindisi e alla comunità locale grazie a un approfondito processo di risanamento ambientale.

In particolare, l’obiettivo dei lavori è stato il marginamento fisico dell’area attraverso una barriera idraulica di protezione delle acque sotterranee e l’impermeabilizzazione di oltre 50 ettari di corpo rifiuti a cui si aggiunge l’emungimento e trattamento delle acque di falda. Il progetto è stato realizzato da un raggruppamento di imprese facente capo a Semataf srl.

Alla cerimonia di chiusura dei lavori hanno preso parte, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il viceministro Vannia Gava, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente Sogesid Roberto Mantovanelli e l’amministratore delegato Errico Stravato, il sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna e la vicepresidente della Provincia di Brindisi Antonella Vincenti, il direttore di Arpa Puglia Vito Bruno.

Pichetto Fratin: «Chiusa una pagina di inquinamento, ora via allo sviluppo»

«A Micorosa si chiude una pagina di inquinamento e se ne apre una di sviluppo», ha affermato il ministro dell’Ambiente.

Il Mase, ha aggiunto, «è impegnato, qui come in tutti gli altri siti d’interesse nazionale, per raggiungere risultati come questi e riportare sicurezza ambientale in tante zone del paese. A Brindisi abbiamo visto un esempio di buona collaborazione tra pubblico e privato che determina un beneficio comune».

Emiliano: «Soddisfatti della sinergia tra energie positive del Governo e della Regione»

«Siamo molto soddisfatti e convinti del metodo che abbiamo utilizzato qui a Brindisi, mettendo insieme le energie positive del governo, del Ministero dell’Ambiente, con quelle della Regione Puglia, per procedere alla soluzione di uno dei casi storici di messa in sicurezza che riguarda il territorio pugliese», ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Ci auguriamo – ha aggiunto – che questo metodo possa essere seguito anche in altri contesti e che l’esecuzione dei lavori, che già è iniziata ed è a buon punto, ci possa consentire al più presto di fare il consuntivo del metodo che abbiamo utilizzato».

Emiliano ha poi posto l’accento sui finanziamenti del Fondo sociale di coesione (Fsc) che «sono quasi tutti impegnati in opere come questa di Micorosa. E i motivi per i quali la spesa del Fondo sociale di coesione è tardiva dipende anche dalla complessità degli interventi nei quali c’è la responsabilità sia del Governo che della Regione Puglia. Quindi, più ritardiamo la messa a disposizione del quadro futuro del Fondo Sociale di Coesione, peggio è», ha evidenziato il presidente della Regione Puglia, confermando «che c’è la volontà di collaborazione. C’è grande rispetto anche nei confronti del ministro. Abbiamo tanti altri casi come Micorosa da risolvere e ci servono i 4,6 miliardi del Fondo Sociale di Coesione».

Brindisi, ha concluso Emiliano, «sta pagando un prezzo altissimo alla decarbonizzazione dell’Italia con lo stop alla centrale di Cerano. È vero che diminuiamo le emissioni e che stiamo lavorando per l’ambiente, però non possiamo lasciare lavoratori per strada e soprattutto non si può fermare la zona industriale di Brindisi che in questo momento, a causa di diverse altre crisi concomitanti, rischia l’estinzione. Dovremmo utilizzare tutti i soldi di cui dispone il ministro Fitto anche per dare una risposta alla vertenza sulla crisi industriale di Brindisi. Il Fondo Sociale di Coesione è a disposizione delle regioni per risolvere i problemi dei cittadini. Prima arrivano i finanziamenti, prima riusciamo a definire come impiegarli».

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