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domenica 1 Settembre 2024
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Brindisi, il consigliere comunale di FdI contro Elena Cecchettin: «Fossi in lei non andrei in tv»

«Il post che ho condiviso su Elena Cecchettin? Rimango di quel parere. Gli uomini che commettono femminicidi di solito non sono virili, hanno lo smalto sulle unghie, sennò le apostroferebbero come poco di buono e le manderebbero a quel paese».

Sono queste le dichiarazioni choc di Cesare Mevoli, consigliere comunale brindisino di Fratelli d’Italia, nelle scorse ore fortemente criticato sui social per un post da lui condiviso. Nel post, la sorella di Giulia Cecchettin, Elena, viene descritta come una “grande appassionata di Bafometto (Satana)”, la cui presenza in tv è “ingombrante quanto imbarazzante”, che “farebbe meglio a rispettare la sorella, stringendosi attorno alla famiglia in un dignitoso silenzio di preghiera”.

In tanti hanno criticato il consigliere per il post condiviso sui social. Eppure, Mevoli non se ne pente ma anzi ne legittima il contenuto. «Fossi in lei – dice – non andrei in televisione, ma sarei sconvolto dal dolore, non riuscirei neanche a parlarne. Non avrei questa voglia di apparire commentando all’infinito, dicendo cose per niente condivisibili. Loro dicono che chi fa queste cose è un uomo forte, ma non è così. Chi commette i femminicidi, di solito, non è il classico uomo “maschio e virile”, ma bensì persone insicure, dal fisico limitato, con le sopracciglia ad ali di gabbiano e con le manine piccole e curate, con le unghie affusolate, più donnicciole che uomini insomma. Chi è forte e possessivo, come Elena descrive gli autori di femminicidio, non uccide la propria donna se gli fa le corna, ma l’apostrofa come poco di buono e la manda a quel paese. Gli uomini virili non soffrono l’abbandono. Un uomo che uccide una donna è come un ragazzino che si impicca per un cattivo voto preso a scuola».

E prosegue: «Diciamocela tutta: questa ragazzina è inquietante. Croci capovolte, simboli satanici, ma chi è questa? Da dove salta fuori? Perché non è intervenuta prima?».

Mevoli ritiene assurdo che, la sorella di Giulia, vada in tv e non sia in casa stremata dal dolore, ma non sa se è possibile che, Elena, vada in televisione perché la rabbia supera il dolore. «Io questo non lo so, non sono uno psicologo. Forse però alla sorella di Giulia servirebbe della psicanalisi. So solo che – conclude Mevoli – sia le televisioni che Elena Cecchettin, stanno strumentalizzando la morte della povera Giulia».

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