Home Puglia Brindisi «Brindisi per sempre nel mio cuore». Gorzelewski racconta gioie e dolori

«Brindisi per sempre nel mio cuore». Gorzelewski racconta gioie e dolori

Pensate com’è rompersi un braccio. Pensate com’è farlo nel giorno più importante della propria vita. A Franco Gorzelewski, ormai ex calciatore del Brindisi, tutto questo è successo, ma non gli ha impedito di giocare per 90’ e riuscire a portare il Brindisi in serie C. «È stato il giorno più bello della mia vita». È così che Franco inizia a parlare del Brindisi, del suo Brindisi, ma soprattutto di quel 14 maggio 2023, giorno dello spareggio promozione vinto contro la Cavese, che Franco ha giocato con un braccio rotto, regalando la C ai biancazzurri ed ergendosi a vera e propria bandiera del club. «Quel giorno – ci racconta – volevamo tutti fare bene e regalare la gioia della Serie C ai tifosi brindisini. A un certo punto della partita caddi insieme ad un avversario e mi spaccai il braccio. Non scherzo se dico che non sarei uscito per nulla al mondo. Dovevo giocare. Dovevo farlo per la città e i suoi tifosi».

Un rapporto speciale

Tra Franco e i tifosi brindisini non c’è solo rispetto, e amore: c’è molto di più. La piazza ha quasi adottato il centrale difensivo argentino, che a Brindisi ha lasciato il suo cuore. «Tanti calciatori dicono che hanno una piazza nel cuore – ci dice Gorzelewski – ma io, credetemi, amo davvero Brindisi. Qui ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, come per l’appunto lo spareggio contro la Cavese. I tifosi mi hanno fatto sentire a casa. Ricordo ancora quando un gruppo di ragazzi, nel giorno del mio compleanno, si presentò sotto casa mia con una torta. Sono emozioni speciali, ho conosciuto persone che rimarranno per sempre nel mio cuore, così come nel mio cuore c’è e ci sarà per sempre il Brindisi».

Amore mutilato

Dalla gioia per lo spareggio promozione alla rabbia per la situazione vissuta in Serie C. Questa la parabola tra Franco e il Brindisi, che ha segnato profondamente il giocatore, pur non cambiando i sentimenti che prova per i brindisini. «Quando mi proposero di rimanere a Brindisi in Serie C – racconta “Gorze” – ero felicissimo. Finalmente avrei potuto giocare nei professionisti e avrei potuto farlo con il Brindisi: un sogno!» poi, però, presto è cambiato tutto. «Ciò che mi ha fatto davvero soffrire – spiega Franco – è che all’inizio i tifosi non sapevano, non capivano. All’inizio, giustamente, hanno iniziato a fare dei cori dove ci chiedevano più impegno, hanno iniziato a criticarci. Poi quando hanno capito sono stati magnifici come sempre: ci hanno supportato fino alla fine».

I problemi societari

«Ci allenavamo in condizioni pietose, addirittura senza fisioterapisti per un periodo» racconta Franco sfogandosi. «Uno si può impegnare, ma se hai dei figli, una famiglia o comunque le tue spese e non vieni pagato e in più ti alleni in queste condizioni, pensare solo al calcio è impossibile. A fine stagione mi sarei aspettato dei messaggi dall’attuale dirigenza, ma non sono mai arrivati. Di questo, però, non mi importa. Vorrei solo che i brindisini capissero quanto li ho amati. E magari, chissà, questo sarà solo un arrivederci».

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