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sabato 5 Ottobre 2024
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«Mia figlia autistica teme gli aghi Vi prego, aiutatemi a vaccinarla»

Non è stato semplice per nessuno rimanere in casa per tanti mesi a causa del Covid. Men che meno per i ragazzi con un disturbo dello spettro autistico e per i loro familiari, chiamati a convivere con difficoltà nella comprensione e nella comunicazione. Ma, una volta tornati ad una “normale” quotidianità hanno dovuto fare i conti con la paura del contagio e la necessità di ricorrere al vaccino anti Covid per proteggere i figli, già molto fragili. Non sempre, però, questo è possibile come nel caso di Giulia, 15enne di Ceglie Messapica, affetta da spettro autistico, disturbo del neuro-sviluppo diagnosticato all’età di due anni e mezzo, che a causa della sua patologia, oppone resistenza di fronte a qualsiasi figura medica. E ad oggi, purtroppo, non ha ancora potuto ricevere il vaccino anti Covid. «Mia figlia ha paura di essere toccata da un medico – spiega la mamma, che ha altre due figlie di 24 e 20 anni – e in questi anni è stata un’impresa eseguire, anche, semplici prelievi se non ricorrendo alla “costrizione”. Per questo mi sono rivolta al centro vaccinale comunale, chiedendo se fosse possibile ricorrere al metodo Comfort-In, la somministrazione intramuscolare senza ago. La mamma di un bambino con la stessa patologia di Giulia mi ha parlato di questo metodo che viene utilizzato in Puglia in una farmacia di Peschici, nel Foggiano, ma, a quanto pare, però, nella Asl di Brindisi non è ammissibile. Questo mi è stato risposto dal coordinatore del centro vaccinale dopo aver consultato un suo superiore. Quindi, come faccio a proteggere mia figlia?».

Nonostante i progressi raggiunti da Giulia in questi anni (frequenta la terza media) come lavarsi e vestirsi in autonomia, aver superato la presenza di altre persone o socializzare al mare con altri coetanei, grazie all’impegno della mamma, della educatrice e delle terapie che svolge a “La Nostra Famiglia” di Ostuni, Giulia non legge e non scrive ed è terrorizzata alla vista di qualsiasi figura medica e di un ago, tanto che, in passato, dopo le sue forti reazioni, il personale infermieristico si è rifiutato di eseguire i prelievi.
«Anche volendo non posso andare a Foggia per vaccinare mia figlia perché la somministrazione avviene per chi ha compiuto 18 anni e mi rifiuto di ricorrere alla costrizione fisica perché Giulia ha una sua dignità come persona e come donna – conclude la mamma -. In questo momento mi sento davvero abbandonata, per questo mi rivolgo al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, affinché possa intervenire, non solo per mia figlia ma per tutte quelle persone che vivono la mia stessa situazione».

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