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venerdì 4 Ottobre 2024
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Prostituta uccisa 16 anni fa in Toscana: il test del Dna manda a processo un brindisino

A 16 anni dall’omicidio di Isabel Cristina Macarthy, prostituta brasiliana 47enne uccisa con diverse coltellate il 19 aprile del 2008 nella sua casa di Montecatini Terme in provincia di Pistoia, un uomo originario di Brindisi andrà a processo.

Il gup Luca Gaspari ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario Pasquale Buccolieri, autotrasportatore di 49 anni originario di Brindisi, ma residente a Porcari.

La 47enne, che riceveva i clienti nell’appartamento situato in una via centrale della città termale, fu ritrovata il 20 aprile seminuda in un bagno di sangue, con il corpo segnato da numerosi fendenti portati con un oggetto appuntito. Le ferite da taglio non raggiunsero alcun organo vitale ma le procurarono una lunga agonia per dissanguamento prima di farla morire.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pistoia e dagli investigatori del commissariato di Montecatini, non hanno dato esiti per molti anni. Sono stati ascoltati alcuni clienti abituali della donna e alcune colleghe, con pazienza per anni sono stati tirati i fili di una vicenda che sembrava dimenticata.

L’esame del Dna – eseguito grazie ad alcune tracce di saliva del presunto assassino trovate sulle calze della vittima – e l’analisi delle orme insanguinate lasciate sul pavimento, avevano man mano scagionato tutti i sospettati. Però nel 2022 c’è stata una prima svolta grazie alle banche dati delle forze dell’ordine.

La comparazione del Dna ricavato dalla saliva ha riportato a un uomo, già noto alle forze dell’ordine, il cui codice genetico sarebbe risultato compatibile. È un uomo residente a Brindisi che però è risultato non avere alcun legame con la Toscana. Allora, le ricerche degli investigatori hanno puntato sui parenti di questo soggetto, e alla fine è emerso che uno di loro, Pasquale Buccolieri, da molto tempo residente in Lucchesia, è la persona a cui corrisponderebbe il Dna che l’assassino aveva lasciato sugli indumenti della vittima. Inoltre, una compatibile corrispondenza della sua arcata dentale rispetto ai segni di morsi lasciati sempre dall’assassino sul corpo della donna e altre prove ambientali raccolte nel corso degli anni, avrebbero convinto la procura di Pistoia a chiedere il rinvio a giudizio del camionista.

Secondo le indagini, l’imputato avrebbe conosciuto la vittima da tempo. Il processo si aprirà il prossimo 26 novembre. All’udienza preliminare il figlio e il fratello della vittima si sono costituiti parte civile.

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