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sabato 27 Luglio 2024
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“Solo la verità”: a Fasano una fiaccolata per Patrizia Nettis. Il papà: «Chi sa, vada a testimoniare»

“Solo la verità”: è la scritta che campeggia sul lenzuolo pronto per essere esposto in piazza Ciaia, a Fasano, durante la fiaccolata per Patrizia Nettis, che si svolgerà domenica 3 marzo. Non si tratta di un lenzuolo qualunque ma del gemello di quello che, secondo il magistrato di turno il 29 giugno scorso, la giornalista 41enne, originaria di Gioia del Colle, avrebbe usato per impiccarsi nella sua abitazione fasanese. La Nettis aveva riposto entrambi in una sporta. Uno è rimasto piegato, l’altro sarebbe stato usato per togliersi la vita. Nessuno dei due è stato sequestrato dai carabinieri.

Troppi gli aspetti ancora oscuri di questa vicenda, appesa da mesi alla decisione dei pm Marino e De Nozza della Procura di Brindisi, di concedere o meno l’autopsia per fugare il dubbio sull’eventuale intervento di terzi.

«Questa fiaccolata è l’ennesimo invito ad andare a testimoniare a chi sa – dice Vito Nettis, papà di Patrizia – Mi sento anche un po’ in difficoltà a rivolgere questo appello ai cittadini perché gli sto chiedendo di esporsi in un eventuale processo quando chi lavora in Procura, per il momento, non ha fatto nemmeno il minimo sindacale, cioè concedere l’autopsia». È lo stesso motivo per cui il legale della famiglia, Giuseppe Castellaneta, il 27 gennaio ha chiesto l’avocazione delle indagini. «Avremo un esito a metà marzo, allo scadere dei 45 giorni previsti dalla legge», spiega.

Il 3 marzo saranno in piazza i centri antiviolenza di Gioia e Putignano e l’associazione Gens Nova, da sempre impegnata nel contrasto alla violenza di genere. Confermata la presenza delle amministrazioni comunali di Alberobello, Gioia e Putignano. Non si sa se ci sarà qualcuno a rappresentare il Comune di Fasano, dove la giornalista lavorava da due anni come addetto stampa.

Nei mesi scorsi erano state rese note delle chat dai contenuti sessisti, con insulti nei confronti della donna. Protagonisti dello scambio di messaggi i due uomini, uno compagno e l’altro ex, che la sera del 28 giugno sono stati visti litigare con lei sotto casa, in una conversazione e tre dai toni molto accesi. Nella chat i due uomini, con complicità, la chiamano “cosa”. Uno dei due preconizza anche il fatto che il giorno dopo non si sarebbe presentata al lavoro. Così, in effetti, è stato.

«Spesso quello che riguarda le donne viene mistificato da una cultura del silenzio che dà origine alla violenza di genere – denuncia Angela Lacitignola, responsabile della Rete Centri Antiviolenza Sud Est Donna – Patrizia ha partecipato a tanti nostri eventi sul tema della parità di genere. Era una combattente. Abbiamo sempre pensato che dietro questa morte ci fosse altro».

Al momento, nel giallo di Fasano c’è un solo indagato: l’imprenditore che nella chat interagisce con il rivale in amore, alleandosi con lui contro la donna. L’altro è un politico locale.

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