Home News Carenza di medici in Puglia, Aiop: «Stop al numero chiuso»

Carenza di medici in Puglia, Aiop: «Stop al numero chiuso»

«La carenza di organici negli ospedali, non è solo una questione di risorse, ci vuole anche una buona dose di coraggio. Continuare con politiche spot per poi ritrovarsi sempre davanti lo stesso scoglio, è un gioco a somma zero, in cui perdono tutti amministratori, medici, cittadini». Lo dichiara Potito Salatto, presidente di Aiop Puglia, l’associazione ospedalità privata.

«È di questi giorni – prosegue – la polemica, nella nostra regione, tra sindacati e Asl sugli accordi con le cooperative private di medici per colmare le posizioni scoperte, ma questa è solo una guerra tra poveri. Il problema è nazionale e va affrontato con un provvedimento che tenendo conto delle reali ed attuali esigenze del sistema sanitario composto da pubblico e privato, ridisegni i criteri di accesso non solo alla facoltà di medicina, ma anche alle scuole di specializzazione. E se è vero com’è vero che mancano i medici, si abbia il coraggio di aprire delle finestre di tre-cinque anni senza numero chiuso. Se ne parla da anni e non si agisce mai».

«Il passo ulteriore – per Salatto – dovrà essere quello di consentire, con tanto di controllo, le specializzazioni anche alla sanità privata accreditata che di fatto svolge un servizio pubblico. E poi i contratti. I medici mancano anche perché quei pochi rimasti scappano all’estero dove c’è una prospettiva di crescita professionale maggiore e i contratti sono più competitivi».

Aiop auspica che le proprie proposte siano «interpretate al meglio dagli amministratori della Regione Puglia e da coloro che ci rappresenteranno di qui a qualche settimana in Parlamento, nella consapevolezza che è necessaria una nuova visione della risposta sanitaria. Il fabbisogno di salute – conclude Salatto – è aumentato negli ultimi 15 anni, ma il sistema che governa uno dei diritti fondamentali della nostra Costituzione è regolato da vecchie leggi, da criteri di riparto delle risorse assolutamente asimmetrici tra regioni del nord e regioni del sud, seppur a parità di popolazione».

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