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domenica 13 Ottobre 2024
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Città metropolitane, Decaro e Nardella incontrano Calderoli: «Tornare alle province sarebbe un errore»

«L’istituzione delle Città metropolitane e il modello di elezione di secondo livello dei consiglieri e l’identificazione del Sindaco metropolitano con il sindaco del Comune capoluogo hanno rappresentato una vera innovazione istituzionale, avviando un processo di coordinamento dei Comuni delle aree più avanzate del Paese che ha prodotto risultati importanti e rappresenta oggi un modello assolutamente da preservare». Ne sono convinti Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, e Dario Nardella, primo cittadino di Firenze e coordinatore dei sindaci metropolitani dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che oggi hanno incontrato il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli.

Un incontro, che Decaro e Nardella definiscono «cordiale e positivo», incentrato sul tema del rafforzamento dei poteri e delle competenze delle Città metropolitane.

«Abbiamo detto al ministro Calderoli che qualsiasi ritorno al passato sarebbe un grave errore – proseguono Decaro e Nardella – una controriforma che i cittadini rischierebbero di non comprendere oltre a bloccare un importante lavoro in corso che le Città metropolitane stanno portando avanti su fronti importanti, come ad esempio il Pnrr. L’elezione diretta per la Città metropolitana significherebbe infatti scardinare il lavoro di coordinamento e un ritorno ad un sistema ormai arcaico che non potrebbe garantire un adeguato raccordo tra i Comuni. Inoltre – proseguono – c’è un aspetto che non può essere trascurato in una fase di preoccupante crisi economica, cioè il fatto che l’introduzione dell’elezione diretta costerebbe almeno un miliardo di euro, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi generali. Siamo concordi sulla necessità di avviare delle correzioni sul tema delle Città metropolitane rispetto a quanto prevede la legge vigente sulle funzioni assegnateci, ora speriamo che governo e parlamento vogliano ascoltare i Sindaci metropolitani, per capire bene ciò che davvero serve alle istituzioni che guidano con sacrificio e sforzo, nell’interesse di cittadini che non chiedono più ceto politico ma servizi migliori da parte degli enti locali».

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