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Consiglio regionale: nasce il gruppo di Azione. E Calenda annuncia: «Con Italia Viva verso partito unico»

Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, ex Pd, e Sergio Clemente, ex “Popolari con Emiliano” entrano a far parte del nuovo gruppo di Azione nel Consiglio regionale della Puglia.

La conferenza stampa di presentazione del gruppo si è tenuta questa mattina. Ha partecipato anche Massimo Stellato che nei giorni scorsi ha lasciato i “Popolari con Emiliano” per passare a Italia Viva”.

Il gruppo al momento sarà composto solo dai tre consiglieri regionali passati in Azione, Amati è stato nominato anche commissario di Azione in Puglia.

«Riteniamo e pensiamo – ha detto Calenda – che vada costruito un modo di fare politica in Puglia che sia moderno. Forse è la regione nel Mezzogiorno che più si presterebbe a spiccare il volo per diventare una regione europea anche per il lavoro che ha fatto Vendola in passato, e anche alcune cose buone che ha fatto Fitto, perché no. Tuttavia, questo lavoro si è, a nostro avviso, interrotto nell’ultimo periodo. Non chiederemo, non chiederò, non abbiamo mai chiesto ai consiglieri regionali che sono venuti con noi, in nessuna parte d’Italia, di cambiare dall’opposizione alla maggioranza o viceversa: decideranno loro cosa fare. L’importante è che la linea politica sia quella che stiamo esprimendo».

Amati ha precisato che il gruppo resterà in maggioranza perché «lì siamo stati eletti».

«Azione e Italia Viva hanno costruito una federazione, proprio ieri ci siamo incontrati con Renzi per definire i dettagli e si va verso un partito unico: il nostro appuntamento sono le europee e fondamentali saranno le regionali. Per quella data dobbiamo riuscire a superare la soglia del 15% che è l’obiettivo che ci siamo dati per le europee. E vogliamo essere determinanti nella formazione delle maggioranze e di un modo di fare politica che sia diverso da quello che abbiamo visto negli ultimi anni». Ha detto Calenda.

«La manovra che arriva in Parlamento è molto fragile, manca un capitolo essenziale che è la sanità dove ci sono liste di attesa ormai inaffrontabili. Gli italiani spendono per curarsi 50 miliardi all’anno e si indebitano se hanno un tumore. È inaccettabile. Poi il modo in cui vengono erogati 21 miliardi di contributi sul caro energia è un modo che non funziona, perché un piccolo commerciante quando gli arriva una bolletta e non riesce a pagarla chiude, quindi il credito di imposta arriva post mortem», ha proseguito il leader di Azione parlando della manovra di bilancio del governo Meloni.

«Quello che abbiamo proposto alla Meloni – ha aggiunto – è un sistema che disaccoppia le energie rinnovabili dal gas e poi fa uno sconto ulteriore del 50%, costa un pochino meno, 19 miliardi. Poi abbiamo chiesto di concentrare il taglio del cuneo fiscale sui giovani».

Serve «un lavoro profondo di contromanovra che dice, stante l’importo della manovra, quali sono le cose che noi avremmo fatto con quei soldi? E noi lo abbiamo esposto alla Meloni e credo che questo sia il lavoro che deve fare ogni opposizione», ha concluso Calenda in riferimento alle polemiche dopo il suo incontro con la premier Giorgia Meloni nei giorni scorsi.

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