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sabato 26 Ottobre 2024
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Emiliano a Meloni: «Soldi alle imprese o non firmerò il patto di coesione»

Gli industriali lo dicono chiaro: «Chiediamo che Governo e Regione Puglia firmino l’accordo di coesione 2021/2027 in quanto una parte di queste risorse saranno destinate anche a finanziare oltre 2.700 imprese». Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, nel suo intervento di apertura dell’assemblea dell’associazione che ha celebrato ieri i suoi 80 anni alla presenza del leader nazionale del leader nazionale Emanuele Orsini.

L’appello di Lippolis

«Si tratta di investimenti ora fermi in attesa dell’accordo. Risorse che ammontano a 700 milioni di cofinanziamento pubblico necessari – ha aggiunto Lippolis – a consentire l’adozione delle concessioni alle imprese e la possibilità per le stesse di iscrivere tale credito in bilancio. È necessario cambiare prospettiva e continuare a pensare alle trasformazioni in atto, intendo quelle necessarie e ineludibili, anche come opportunità per difendere la dimensione di Brindisi quale polo industriale tra i più importanti del Mezzogiorno e del Paese in diversi settori tra qui l’industria aerospaziale. Non possiamo che essere d’accordo con l’invito rivolto dal presidente Orsin a smettere di perseguire direttrici caratterizzate da una sorta di integralismo ideologico ambientalista».

L’affondo di Emiliano

Durissimo sul tema Fsc il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Non ho più parole. Se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vorrà venire in Puglia a mettere una firma saremo felicissimi, sennò basta una telefonata e vado io a Palazzo Chigi. Per quanto, senza i 700 milioni richiesti dalle imprese utili a cofinanziare gli investimenti, non metterò nessuna firma. Avevamo un accordo con il governo Draghi che valutata positivamente i nostri strumenti agevolabili, mentre oggi l’esecutivo in carica solleva delle criticità a cui, però, abbiamo fornito tutte le informazioni sulle procedure».

Le parole di Orsini

Dal palco del teatro Impero e sotto il claim “Facciamo il futuro”, Orsini ha invece sottolineato «la sfida per la decarbonizzazione della centrale Enel, ma anche attenzione al nucleare di nuova generazione». Inoltre, il capo degli industriali ha parlato di richieste fiscali al governo come «l’Ires premiale per chi mantiene il 70 per cento di utili nell’azienda e reinvesta il 30 di questi fondi» da inserire nella legge di bilancio, insieme a implementare gli investimenti anche quelli per la riqualificazione del sito della centrale Enel.

Il messaggio di Urso

Con un videomessaggio, il ministro per le imprese e il made in Italia, Adolfo Urso, ha detto agli imprenditori brindisini che «la centrale di Cerano, simbolo per anni di inquinamento, si prepara a chiudere entro il 31 dicembre 2025, ma il nostro obiettivo è di trasformare la dismissione in opportunità di crescita, a partire dai 13 progetti di investimento presentati il 20 settembre scorso che daranno nuova linfa al territorio coinvolgendo settori strategici come l’eolico offshore, la produzione di pale eoliche di batterie».

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