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mercoledì 9 Ottobre 2024
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Buco da 26 milioni nella Sanitaservice foggiana. La Cassazione: «Vanno versati allo Stato»

Ventisei milioni sottratti alla sanità pubblica foggiana. La sezione tributaria della Cassazione, respingendo il ricorso della Sanitaservice Foggia (interamente partecipata dalla Asl), ha “certificato” il buco da 26 milioni di euro nelle casse della Sanitaservice di Foggia e che ora rischia di creare seri danni alle attività della società, incaricata di erogare servizi socio sanitari per conto della Asl.

I quasi 26 milioni sono costituiti per la maggior parte, 20 milioni, da tributi (si tratta di Iva) non versati su servizi che sono stati erroneamente considerati in regime di esenzione ed erogati dal 2011 al 2015. La Sanitaservice infatti fattura circa 25 milioni di euro l’anno, che producono un Iva di 4 milioni. In realtà, non si trattava di prestazioni sanitarie, e dunque erano soggette a versamento di tributi. Gli altri 6 milioni sono costituiti da interessi e sanzioni.

Lo avevano appurato gli 007 del Nirs, il Nucleo ispettivo sui conti della sanità, costituito su indicazione del Governatore pugliese Michele Emiliano e coordinato dall’avvocato Antonio La Scala. Una voragine che aveva dovuto constatare il nuovo direttore Massimo Russo (subentrato ad Antonio Di Biase), quando ha ricevuto la contestazione dell’Agenzia delle Entrate di Foggia. Una voragine passata per anni sotto silenzio quella accertata e che avrebbe già comportato conseguenze di natura penale.

Dal canto suo, Russo aveva già cominciato ad accantonare somme in bilancio “per contenziosi”, in prospettiva della pronuncia della Cassazione, dopo aver perso il ricorso in commissione regionale tributaria contro l’Agenzia delle Entrate. È stata questa la spia che ha indotto il Nirs ad approfondire l’esame delle carte.

Nei giorni scorsi, poi, è arrivata la decisione della Suprema Corte che, con un provvedimento di otto pagine, ha rigetta il ricorso, condannando Sanitaservice al pagamento delle spese del giudizio di legittimità quantificate in altri 30 mila euro.

Il provvedimento già notificato, ha indotto il dg Russo a richiedere la rateizzazione del pagamento con sei versamenti di importi diversi. E, nel frattempo, continua con l’accantonamento delle somme. Il rischio, a questo punto, è che inevitabilmente si sia costretti a utilizzare i fondi destinati invece alla sanità pubblica. Con buona pace dell’utenza, già penalizzata dalle carenze che si riscontrano a livello regionale e dovute appunto a un bilancio perennemente in grave affanno.

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