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Foggia, l’ultimo saluto al vigile del fuoco Antonio Ciccorelli. Il figlio: «Orgoglioso di te»

È arrivato in chiesa, nella Cattedrale di Foggia, trasportato su un mezzo dei vigili del fuoco, il feretro di Antonio Ciccorelli, il caporeparto morto martedì scorso mentre soccorreva alcuni automobilisti in panne a causa di una bomba d’acqua che si è abbattuta nel Foggiano.

La bara, avvolta nel Tricolore, è stata trasportata a spalla dai suoi colleghi fino all’altare.

Ad attenderlo, in chiesa, oltre ai familiari e tanta gente c’erano proprio i vigili del fuoco con cui ha condiviso 34 anni della sua carriera.

Ai funerali hanno partecipato i vertici istituzionali. A Foggia è stato proclamato il lutto cittadino dalla sindaca Maria Aida Episcopo. Bandiera a mezz’asta esposta sugli uffici comunali e gonfalone della città di Foggia esposto in cattedrale, come quello della Regione Puglia.

A celebrare il vescovo monsignor Giorgio Ferretti. Sulla bara c’è l’elmetto dei vigili del fuoco.

«Sei stato un grande maestro per noi, te ne sei andato da eroe. Anche se adesso i nostri cuori sono lontani, tu rimarrai sempre con noi. I tuoi colleghi neo capi squadra che sono in servizio presso gli altri comandi», è la frase che campeggia su un manifesto affisso all’esterno della cattedrale.

«Oggi – ha ricordato Domenico De Pinto, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Foggia – abbiamo subito una perdita immensa. Ci ha devastato il cuore e gli animi. Siamo vicini alla famiglia, moglie, figlio e fratelli. Faceva parte della nostra seconda famiglia. Una quella di sangue. L’altra quella del corpo nazionale dei vigili del fuoco».

Antonio Ciccorelli, ha detto monsignor Ferretti in un messaggio letto durante i funerali, «ha pagato un caro prezzo per non aver rifiutato di essere presente. Di essere proprio lì dove correva che ci fosse. Sarebbe un terribile spreco non raccogliere il suo testimone. Se tutto quanto Antonio ci insegna con la traccia indelebile che ha lasciato nel nostro territorio terminasse in un freddo articolo di cronaca e nella pomposità di un rito funebre. Perciò insieme alla mia preghiera, per Antonio e per la sua famiglia, per i suoi amici e colleghi permettetemi di esprimere anche questo grido sommesso di urgenza. Urgono scelte coraggiose per il bene di questa nostra amata terra, dell’umanità intera. Urge una nuova franchezza che ci liberi da tante false certezze. E ci spinga ad un sano e sincero discernimento. Urge una mentalità e uno stile di vita capace di vincere l’aridità dell’anima. In definitiva urgono eroi. Oggi ne abbiamo consegnato uno a Dio».

Al termine dei funerali il figlio di Antonio Ciccorelli, Alessio, ha letto un messaggio rivolto al padre: «Se c’è un modo nobile per lasciare questa terra tu hai scelto quello migliore. Quello più coraggioso. E non potrei essere più orgoglioso di portare il tuo stesso cognome di averti avuto come padre, guida e mentore. L’amore che hai dato, i sorrisi che hai regalato li trovo nella marea di persone che sono qui oggi e nei messaggi che ho ricevuto da chi non poteva esserci. Da oggi – ha proseguito – anche chi non ti conosceva saprà di te, del tuo coraggio e della persona che eri. Proteggici tutti da lassù. Da oggi inizia per te un nuovo viaggio e sono sicuro che lo farai come ti è sempre piaciuto. Buon viaggio papà».

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