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Medici picchiati a Foggia: chiusi in una stanza per difendersi dagli aggressori – VIDEO

Arredi e mobili davanti alla porta della stanza in cui sono corsi a ripararsi, qualcuno contatta le forze dell’ordine, qualcuno piange. Sono terribili le immagini che si vedono in un breve video che sta circolando nelle chat in cui si vedono i medici, aggrediti ieri a Foggia dai parenti di una ragazza di 23 anni morta in ospedale, che si rifugiano in una stanza provando a resistere ai propri aggressori.

Il caso arriva in Parlamento

Quello di ieri è stato forse il più violento degli episodi accaduti nelle ultime settimane in Puglia e, a commentare quelle immagini, è anche il deputato del partito democratico Roberto Speranza, ex ministro della Salute.

Sono immagini, afferma, «oltre i limiti». Nel sottolineare che «la violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile», l’onorevole del Pd annuncia che «presenteremo con altri colleghi una interrogazione parlamentare per avere chiarezza su quanto accaduto» e invita a «una reazione unitaria di tutte le forze politiche e sociali a difesa di chi ogni giorno lavora nel Servizio sanitario nazionale».

«Senza sicurezza abbandoneremo gli ospedali»

Dopo quanto accaduto ieri a Foggia, con una cinquantina di persone che hanno tentato di scagliarsi contro i medici, i camici bianchi minacciano di «abbandonare gli ospedali» se non dovessero arrivare risposte che mettano in sicurezza i professionisti.

Lo fanno per bocca di Pierino Di Silverio e Guido Quici, leader dei sindacati medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed.

«Il pestaggio avvenuto al Policlinico di Foggia ai danni dei nostri colleghi ci lascia basiti soprattutto per la facilità con cui è stato commesso e l’impunità. Consentire a ben 50 persone di fare irruzione in un reparto ospedaliero vuol dire che sono state violate le più elementari regole di controllo», dichiarano in una nota.

«Non vogliamo che questi episodi rientrino in una specie di “routine della violenza” che si ripete quasi con monotona regolarità e alla quale si stanno abituando tutti, dalla politica, alle istituzioni all’opinione pubblica. Per non parlare dell’inaccettabile insensibilità delle aziende, indifferenti al dovere di mettere in sicurezza i propri ospedali oltre che il personale che vi opera», aggiungono.

Per i due esponenti sindacali è necessario «un piano straordinario di riforma del sistema delle cure e dell’emergenza e, nell’immediato, un incontro con il ministro della Salute affinché vengano condivise misure urgenti che possano fare da deterrente a questi raid insensati. In mancanza di risposte, non abbiamo altra soluzione che abbandonare gli ospedali», concludono.

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