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giovedì 19 Settembre 2024
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Raduano aveva le chiavi: ha aperto le porte blindate prima di calarsi dal carcere di Nuoro

Dal carcere più sicuro d’Italia a penitenziario più criticato, grimaldello usato da qualcuno per riaprire il dibattito sulla detenzione in massima sicurezza per gli esponenti della criminalità organizzata. Dietro la clamorosa fuga del boss barganico, Marco Raduano, condannato a 19 anni di reclusione, sono evase anche le polemiche e i misteri.

Sulla ricostruzione della fuga dal carcere “Badu ‘e Carros” di Nuoro pare ormai assodato che Raduano abbia potuto contare su alcune “agevolazini” dovute anche al ruolo che ricopriva all’interno del carcere di massima sicurezza, dove si occupava della biblioteca e poteva girare liberamente, tanto da “superare” ogni controllo e vigilanza. Raduano così ha potuto andare via praticamente indisturbato, aprendo con una chiave le varie porte di sbarramento e raggiungendo il muro di cinta dal quale si è calato con una corda ricavata da lenzuola annodate e fuggire nell’aperta campagna, con la vigilanza che si accorgeva della fuga solo due ore dopo l’evasione. Raduano come Vallanzasca, che pure è stato detenuto nel carcere nuorese, al pari di boss del calibro di Luciano Liggio e Graziano Mesina, il “re” delle evasioni ma mai dal carcere “Badu ’e Carros”.

Nella ricostruzione basata sui filmati della vigilanza interna si racconta la modalità della fuga di Raduano che ha avuto – dato la sua libertà di circolare indisturbato all’interno del carcere – di recuperare le chiavi custodite del portone blindato e scendere al piano inferiore per provare a uscire all’esterno, ma senza riuscirvi per colpa di una chiave che non ha funzionato perché sbagliata. Così l boss garganico ha avuto il tempo di tornare indietro, recuperare la chiave giusta ed è uscito verso il muro di cinta dal quale si è calato – da un’altezza di circa 5 metri – per poi scappare nella campagna nuorese.

Intanto sul fronte parlamentare la deputata del MoVimento Cinque Stelle, la sanseverese Carla Giuliano, ha presentato una interrogazione rivolta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio e al “collega” del Viminale, Matteo Piantedosi. «L’evasione dal carcere di massima sicurezza di Nuoro del boss foggiano, Marco Raduano, è un episodio gravissimo e sconcertante.  Nell’esprimere l’auspicio che possa essere al più presto rintracciato e riconsegnato alla giustizia, e nel prendere atto che il Dap ha disposto urgenti accertamenti», Nordio e Piantedosi devono spiegare in Parlamento «come possa essere accaduto un fatto così grave». Poi la parlamentare pentastellata prende l’occasione al balzo per riprendere la questione della sicurezza in Capitanata, terra dalla quale arriva il boss Raduano. «Solleciterò i ministri a rivedere con urgenza la geografia giudiziaria in provincia di Foggia con la riapertura di presidi di giustizia e chiederò anche a Nordio e a Piantedosi a che punto sia l’iter di elevazione dei commissariati di San Severo e di Cerignola a strutture dirigenziali di primo livello, come da me richiesto a gennaio 2022, e se ci sia intenzione di aprire il commissariato di Vieste». Raduano scappa in Sardegna e la Capitanata chiede rinforzi.

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