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domenica 22 Settembre 2024
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Fondi europei, Emiliano incontra Fitto a Roma: «La Puglia ha le carte a posto. Il ministro sblocchi l’Fsc»

«La Puglia ha le carte a posto. Siamo i primi in Italia per la spesa dei fondi europei e siamo tra i primi per la spesa del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc)». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dell’incontro con il ministro agli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, che si è tenuto stamattina a Roma nella sede ministeriale di Largo Chigi.

L’incontro è avvenuto nell’ambito dei tavoli che il ministro sta effettuando con tutte le Regioni per avviare una ricognizione sull’impegno dei fondi nazionali ed europei.

L’Fsc, ha aggiunto Emiliano, «riveste un ruolo determinante nelle strategie regionali. Abbiamo chiarito che la Puglia è tra le migliori regioni italiane in assoluto rispetto ai problemi che Fitto sta ponendo. Il mio consiglio al ministro Fitto era quello di sbloccare il Fondo di sviluppo e coesione perché si possa immediatamente partire con le oltre 4.700 imprese che aspettano le risorse per cominciare a investire in Puglia. Speriamo di riuscire a convincerlo e che questo lavoro di chiarimento di tutti i passaggi sia così rapido da poter cominciare a lavorare. Perché adesso è tutto fermo: il Fondo di sviluppo e coesione e quindi i fondi europei», ha detto il presidente della Regione Puglia.

Il ministro Fitto, ha poi proseguito, «ha teoricamente ragione nel tentare di fare chiarezza sui risultati degli anni passati. Oggi si è parlato anche di cose relative al 2007-2013. Il mio timore è, e lo dico per esperienza, che se esageri nel mettere a posto casa poi alla fine rischi che arrivino gli ospiti e tu stai ancora con i mobili in mezzo. Quindi c’è il rischio grave che questo tentativo di gestire in maniera più corretta tutti i passaggi faccia perdere del tempo sui programmi di spesa futuri».

Per Emiliano, «la soluzione giusta era quella di mettere a posto, ma contemporaneamente far partire il riparto del Fsc. E su questo punto, invece, non c’è stato verso. Fitto dice che per far partire i nuovi piani bisogna, invece, spiegare nel dettaglio tutto quello che è successo negli anni passati».

La Regione Puglia nel corso dell’incontro ha consegnato al Ministero la documentazione che descrive il lavoro svolto sul Fsc 2014-2020. In sintesi, la Regione Puglia ha mantenuto negli anni una capacità di spesa che la contraddistingue in positivo rispetto agli altri territori meridionali e nazionali, come testimoniato dai dati ufficiali.

Sui fondi strutturali Fesr e Fse ad oggi il livello di spesa già certificata è pari al 90% e i target saranno completati entro l’ultima scadenza della certificazione prevista a luglio 2024.

Sul Fondo di sviluppo e coesione è stato raggiunto dalla Regione Puglia un livello di spesa oggi pari a 972.892.307,16 euro, circa il 50% della dotazione complessiva, nonché sono state conseguite le Ogv (obbligazioni giuridicamente vincolanti).

In questi giorni verranno completate le operazioni di aggiornamento dei dati (che sono stati anticipati oggi in via cartacea) nel sistema di monitoraggio e che consentiranno al ministero di verificare i livelli di spesa.

La programmazione del nuovo Por 2021/27 è avvenuta nel rispetto delle priorità e delle regole definite dalla Commissione e dai Regolamenti europei. La dotazione finanziaria è pari a 5.557.271.656 euro di cui 1.150.542.919 euro riservati al Fse. A questa si aggiunge la dotazione del POC pari a circa 2 miliardi di euro. I macro ambiti di intervento sono costituiti da: Aiuti alle imprese, transizione ecologica, Trasporti, sviluppo del territorio, welfare, istruzione-formazione-lavoro.

Per raggiungere questi obiettivi e per consentire il pieno conseguimento dei target sia finanziari che di risultato, risulta indispensabile poter disporre delle risorse finanziarie del Fsc e del Poc.

Le priorità in termini di maggiori emergenze della nuova programmazione 2021/27 derivano dalle esigenze più sentite ed urgenti dei territori, così come rappresentate anche dall’ampio partenariato istituzionale, economico e sociale: aumentare la base produttiva ed imprenditoriale con ricadute dirette sull’incremento dei posti stabili di lavoro, nonché implementare gli interventi sul welfare e la formazione per il rafforzamento delle competenze.

Oggi ci sono 4.700 progetti di investimento di imprese già presentati ed istruiti che non si possono finanziarie e attivare per indisponibilità di risorse, per un ammontare complessivo di investimenti di circa 3 miliardi di euro ed un contributo pubblico richiesto pari a 1 miliardo di euro.

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