Lei si chiama Maria Sole (nome di fantasia), ha 29 anni e a fine del 2022 accetta di aderire a un tirocinio finanziato dalla Regione Puglia tramite il fondo Garanzia Giovani. Svolge il suo servizio presso una azienda. È soddisfatta. Solo che la parte del suo compenso che la Regione deve erogare non arriva mai. O almeno non è arrivata finora. La misura prevede il pagamento mensile di € 150 da parte dell’azienda e di 300 (sempre mensili) da parte della Regione Puglia (per un totale di € 450 mensili). L’azienda la paga, la Regione no.
L’appello
Maria Sole cerca di capire se altri come lei in Puglia sono nella stessa condizione e scopre che sono tanti, tantissimi. A questo punto tenta di contattare l’assessore regionale al ramo, Sebastiano Leo, lo fa attraverso i social, perchè lei come tanti non ha un punto di riferimento istituzionale preciso.
Le viene data una risposta, le viene detto che deve aspettare ottobre, poi che l’erogazione di quel compenso non dipende dalla Regione, ma dall’Inps, ma anche lì, nell’istituto di previdenza dicono invece che è tutto è stato fatto: i soli li avrebbero dovuti già avere. Ma così non è. Rosalba e tutti gli altri non si scoraggia, apre un gruppo social e cerca risposte, scrive pec a Regione, Inps, politici. Niente. Il silenzio. O comunque risposte superficiali. La giovane ora si chiede: «Hanno rinnovato il progetto Garanzia Giovani, estendendolo anche a giovani adulti fino ai 35 anni. Ma con quali soldi e risorse, se già non riescono a pagare i tirocini svolti tra il 2019 ed il 2024 ed hanno evidenti problemi di gestione e comunicazione?».
