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domenica 1 Settembre 2024
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Gioele Dix racconta l’anima del Signor G: viaggio tra appunti e memorie di Giorgio Gaber – VIDEO

Gioele Dix celebra il ventesimo anniversario della scomparsa di Giorgio Gaber con lo spettacolo “Ma per fortuna che c’era il Gaber”.

In questo omaggio al talento unico di Gaber, Dix lo ricorda come un’esperienza teatrale indimenticabile, capace di trasmettere energia e emozioni ineguagliabili. Il tour in Puglia, parte del circuito Teatro Pubblico Pugliese, prevede tappe a Troia, Acquaviva delle Fonti, Corato e Bisceglie, arricchendo le stagioni teatrali dei rispettivi Comuni.

Dix, ammiratore di Gaber fin dall’adolescenza, ha dedicato diversi tributi all’artista nel corso degli anni. “Ma per fortuna che c’era il Gaber” rappresenta l’ultimo di questi omaggi, offrendo uno spettacolo che esplora il vasto repertorio di Gaber e Luporini. Grazie al contributo della Fondazione Gaber, sono stati resi accessibili materiali preziosi, tra cui versi inediti, canzoni mai eseguite e monologhi incompiuti.

L’idea della messa in scena dell’opera è nata proprio dalla proposta di Paolo Dal Bon, presidente della Fondazione Gaber, che ha offerto all’attore appunti, bozze, pezzi rimossi o ripensati e quindi non entrati in album e spettacoli. Questo materiale è l’ossatura dello show insieme a cose più note. Ne esce un ritratto del Gaber che più amo, il più politico e profetico di quanto sarebbe avvenuto, forse meno cantante, ma molto ludico».

Lo spettacolo, costruito come un viaggio attraverso il teatro canzone di Gaber e Luporini, offre sorprese come un monologo inedito sulla Rivoluzione d’Ottobre e aneddoti personali, come il primo incontro casuale tra Gaber e Dix a Mestre. Dix si esibisce sia come attore che come cantante, supportato da due talentuosi musicisti, Silvano Belfiore al pianoforte e Savino Cesario alle chitarre, entrambi complici delle sue incursioni nel mondo gaberiano.

I minuti finali dell’evento sono tutti dedicatati a una canzone in cui Gaber cantava con “la mia generazione ha perso. La sua, come dice proprio Gioele Dix, era un’affermazione polemica e a doppio taglio perchè si riferiva all’icapacità di aver saputo trasformare lo spirito che animava quella generazione di giovani in qualcosa di concreto. Ma al tempo stesso sono anche parte di una razza in via di estinzione, che ha tentato di realizzare i suoi sogni.

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