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lunedì 7 Ottobre 2024
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Grano, le richieste dei produttori pugliesi: «Controlli rigorosi e limiti all’import»

Il prezzo del grano duro nella borsa merci di Altamura è diminuito da 318 a 323 euro a tonnellata, perdendo 16 euro in una settimana. Al contrario, il grano canadese è quotato a 387 euro. Coldiretti Puglia ha segnalato che sono necessari controlli più rigorosi lungo la filiera del grano per contrastare le speculazioni che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole in Puglia.

Il prezzo del grano è un fattore chiave nell’economia agricola e alimentare in quanto le fluttuazioni possono avere un impatto significativo sui consumatori e sull’economia globale. È urgente un impegno per sostenere le aziende agricole italiane, aumentando la dotazione del Fondo nazionale per i contratti di filiera del grano a 30 milioni di euro. È importante lavorare per garantire prezzi equi che non scendano al di sotto dei costi di produzione, come previsto dalla legge contro le pratiche sleali.

Coldiretti Puglia ha sottolineato ieri che «le importazioni di grano dal Canada, dalla Russia e dalla Turchia sono aumentate in modo significativo, mettendo a rischio il settore agricolo italiano». Ha criticato inoltre gli accordi di libero scambio europei e ha chiesto di fermare le importazioni sleali, garantendo reciprocità e il rispetto degli standard ambientali, sanitari e del lavoro.

«È importante estendere la clausola di salvaguardia per le importazioni di grano e mais dall’Ucraina al fine di contrastare le speculazioni che destabilizzano il mercato europeo», sottolinea l’associazione di produttori.

Secondo le stime della Commissione Ue, la liberalizzazione delle esportazioni agricole dall’Ucraina ha creato distorsioni nel mercato comunitario. Quelle di grano tenero per il pane in Italia sono aumentate del 283% nel 2023 rispetto al 2021, arrivando a 470 milioni di chili. Anche le importazioni di mais sono aumentate del 134%, superando 1,8 miliardi di chili.

L’aggressione russa ha influenzato i costi di produzione per le imprese agricole europee, con un notevole aumento dei prezzi dell’energia e dei fertilizzanti.

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