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giovedì 24 Ottobre 2024
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In Puglia scoppia la polemica dopo il Consiglio regionale: sì alle rinnovabili ma mancano i salentini

Dopo un’intensa discussione, durata circa tre ore, il Consiglio regionale pugliese ha approvato all’unanimità la mozione in materia di energie rinnovabili, di cui è prima firmataria la presidente dell’Assemblea pugliese, Loredana Capone. La Giunta regionale, con il testo approvato, si impegna dunque «a fare propri gli orientamenti imperniati sulla partnership nella materia delle energie rinnovabili e a intraprendere le conseguenti iniziative nei confronti del Governo nazionale, al fine di sollecitare quanto prima il pieno coinvolgimento della Puglia nelle scelte che si riverberano sul suo territorio».

Inoltre, prima di poter assumere qualsiasi decisione, si chiede di attivare ogni opportuna iniziativa con il Governo nonché con la Conferenza permanente per rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, affinché venga assicurato il coinvolgimento degli enti locali territoriali nell’elaborazione delle strategie e nella determinazione dei criteri di allocazione degli impianti di maggior impatto ambientale e paesaggistico. Chiesto, infine, di accelerare il processo di definizione del Piano energetico e ambientale (Pear) e di tutta la pianificazione strategica di riferimento per le tematiche delle energie rinnovabili.
Al momento del voto sulla mozione approvata erano assenti l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, e l’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo, oltre che l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, impegnato nella Conferenza Stato-Regioni.
«Sulla mozione in favore delle rinnovabili e quindi dello sviluppo energetico e sicurezza ambientale, ci spiace osservare l’assenza nel momento del voto degli assessori con maggiore competenza funzionale sull’argomento e di tutti gli assessori eletti in provincia di Lecce. Governare e assumere le decisioni, anche difficili, è soprattutto compito dei componenti della Giunta regionale, i quali non possono limitare il loro mandato al territorio di residenza o disertare gli appuntamenti quando le scelte rischiano di generare contrasti. Non ci pare giusto che il peso delle scelte debba pesare solo sui Consiglieri regionali». Questo è quanto dichiarato dai consiglieri regionali del Pd Fabiano Amati, Paolo Campo, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea al termine dei lavori.
Durante i lavori non è stata votata la mozione per il ‘No’ al progetto del parco eolico off-shore tra Otranto, Santa Cesarea e Castro presentata dal capogruppo del ‘La Puglia domani’, Paolo Pagliaro, in quanto «ritenuta assorbita dalla mozione approvata precedente» del capogruppo Pd, Filippo Caracciolo, da parte del Consiglio regionale.
Per Pagliaro si è trattato di «uno scempio istituzionale che calpesta la prerogativa dei consiglieri di opposizione di vedere discusse le proprie mozioni. Il capogruppo ha ribadito come, a suo avviso, l’azione «sia stata uno sgambetto vergognoso che schiaccia la libertà di azione politica delle minoranze. Con l’approvazione di un ordine del giorno presentato da Caracciolo, la maggioranza ha imposto i suoi numeri, impedendo che venisse votata in aula la mia mozione contro la realizzazione di un mega parco eolico nel Canale d’Otranto».
Mozione posta al primo punto all’ordine del giorno, ma «che invece ha subìto il sorpasso della mozione successiva, di argomento simile ma generica, che ha di fatto fagocitato e azzerato una battaglia di sei mesi contro il gigantesco parco eolico offshore progettato al largo della costa di Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca. Il Consiglio regionale oggi ha sferrato un pugno in pieno volto al Salento».

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