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domenica 6 Ottobre 2024
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La Puglia nella morsa delle crisi industriali: 38 i tavoli regionali, oltre 5mila lavoratori coinvolti

Sono 38 le crisi industriali gestite dalla Regione Puglia nel 2022, per un totale di 5.070 lavoratori coinvolti. È quanto riportato dall’ultimo rapporto curato dalla sezione Aree di crisi industriali del dipartimento regionale Sviluppo economico, strumento di analisi che offre uno sguardo di dettaglio su quanto accade nel territorio dello Stivale in tema di crisi industriali. Secondo il report, la distribuzione provinciale vede una concentrazione di imprese in difficoltà nell’area della Città metropolitana di Bari (47,4%) e nella provincia di Taranto (23,7%), che invece si equivalgono sul numero dei lavoratori coinvolti a causa dei circa 1.700 dipendenti di Acciaierie Italia, cioè l’ex Ilva. L’unico territorio che al 15 dicembre 2022 non registra tavoli di crisi è il Foggiano.

Da un’analisi territorialmente più disaggregata (cioè scomposta e più dettagliata) rispetto a quella provinciale, si può notare che i tavoli di crisi riguardano imprese e lavoratori localizzati in 19 Comuni su 257, con una notevole concentrazione a Santeramo (414 unità), nell’agglomerato Bari-Modugno (1.291) e in quello di Taranto-Statte (1.929). In questi cinque territori urbani sono coinvolti 3.634 lavoratori, pari a circa il 72% del totale.

Le vertenze più rilevanti sono quelle relative a Bosch, Natuzzi, Gruppo Sofinter e Italian Leather (tutte del settore industriale) in provincia di Bari, che coinvolgono rispettivamente 700, 414, 199 e 195 unità, pari a oltre il 67% di tutti i dipendenti coinvolti nei 18 tavoli di crisi del territorio barese. Nel Brindisino, invece, le due maggiori vertenze sono quelle che riguardano altrettante aziende dell’industria dell’aerospazio, la Dema, 120 lavoratori, e la Dcm, 99 unità. La crisi industriale che più preoccupa la provincia di Lecce è quella della Alcar Industrie, in fallimento, con i suoi 129 dipendenti. Per quanto riguarda Taranto è quasi scontato parlare dell’ex Ilva con i suoi 1.700 dipendenti: la più grossa vertenza di tutta la Regione.

Rispetto all’anno precedente, il rapporto pugliese registra una diminuzione di imprese in difficoltà: l’anno scorso si sono svolti cinque tavoli in meno rispetto al 2021, con un calo di 2.895 lavoratori coinvolti. Le aree maggiormente interessate dalla riduzione dei dipendenti interessati riguardano la Città metropolitana di Bari, con una contrazione di 1.065 unità rispetto al 2022, e la provincia di Lecce con una diminuzione di 1.050 unità. Tuttavia, da un’analisi di tipo longitudinale del biennio 21/22, nell’anno appena trascorso è emerso che la task-force regionale ha preso in carico 17 nuove imprese per un totale di 1.473 lavoratori. Le altre 21 aziende (con i loro 3.597 dipendenti) erano già in carico dal 2021. È la provincia di Bari che vede l’ingresso del maggior numero di aziende (ben nove, che si sono aggiunte alle nove già presenti), contro le cinque del territorio tarantino e una sola della Bat. Brindisi e Lecce registrano una maggiore permanenza di situazioni di crisi nel 2022, ognuna delle quali vede quattro imprese in difficoltà.

La maggior parte delle realtà sono di piccole e medie dimensioni, mentre 4 sono quelle grandi (che comunque riguardano oltre il 55% delle unità lavorative coinvolte) e una sola è microimpresa, con appena quattro dipendenti. A livello di macrosettore, il più colpito è quello dell’industria manifatturiera con 4.592 unità e 23 realtà imprenditoriali, mentre i servizi rilevano 589 dipendenti e 15 imprese.

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