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sabato 27 Luglio 2024
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Il Salento non è una terra per giovani: sette su dieci già pronti a emigrare

Il 70 per cento dei giovani vede il proprio futuro lontano dal Salento che si rivela un territorio ancora poco attrattivo. «Serve un cambio di rotta», dichiara il presidente di Confartigianato Lecce, Luigi Derniolo. Sempre alta l’attenzione sui cambiamenti climatici: gli studenti chiedono di accelerare nel percorso di transizione ecologica.

Questi dati emergono dalla terza edizione di “Next Generation Salento”, il progetto promosso da Confartigianato Imprese Lecce con il contributo della Camera di commercio di Lecce, pensato per rafforzare il dialogo tra il mondo dei giovani e le piccole medie imprese salentine.

L’obiettivo dell’indagine, che ha riguardato prevalentemente gli istituti scolastici superiori, è rilevare il grado di soddisfazione della popolazione scolastica rispetto all’innovazione dei programmi didattici, alla loro congruenza rispetto alle prevedibili opportunità del mercato del lavoro, la consapevolezza sulle nuove sfide del sapere e della società: la transizione ecologica, quella digitale, le prospettive dell’intelligenza artificiale, la rivoluzione energetica, interpretate anche dalla parte delle piccole medie imprese.

Al questionario hanno risposto 469 studenti. Significativa, rispetto all’anno scorso, la percentuale stabile di quanti non hanno ancora idea del proprio futuro post-diploma: due anni fa era il 35,2, l’anno scorso il 21,8, quest’anno il 27,1. Quasi la metà del campione, ovvero il 44,6 per cento, desidera proseguire gli studi all’Università. Numero in linea con quello del 2022.

Il dato che spicca di più, nella sua gravità, riguarda la volontà dei giovani di lasciare il territorio dopo il diploma in quanto ritengono di essere costretti a farlo. Percentuali che non lasciano spazio all’ottimismo: il 69,1 nel 2021 riteneva inevitabile questa prospettiva, il 71,6 nel 2022 e il 70,6 quest’anno. Solo il 29,4 per cento è ottimista e pensa di restare. Molto sentiti (oltre il 66 per cento) gli allarmi sui cambiamenti climatici. Più del 70 per cento ritiene ineludibile, urgente e non negoziabile che il sistema produttivo e di vita sia votato alla transizione ecologica.

Il questionario è stato compilato anche da 62 imprese del territorio salentino. Risulta preponderante la fiducia nel ruolo delle risorse umane. L’80 per cento ritiene che sia fondamentale nel successo dell’impresa. Apparentemente contraddittorio il dato sulle tecnologie. Un po’ tutti si reputano all’altezza nella gestione dati, utilizzo di social network, condivisione files.

L’interesse scende vertiginosamente se si parla di big data, intelligenza artificiale, realtà aumentata. Solo con l’e-commerce si rialza l’asticella: il 50 per cento delle imprese intervistate è convinto della sua utilità. Articolata la percezione del valore dei temi ambientali da parte dei clienti: il 21 per cento è convinto che l’argomento non rivesta interesse per la clientela, ma il 58,1 lo giudica abbastanza importante e l’11,3 molto importante. Percentuali che si omologano quasi al 100 per cento quando è l’imprenditore che deve esprimere il suo parere personale sulle criticità ambientali. Dato che indica quanto questi temi siano sentiti dalla piccola impresa a vocazione artigiana.

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