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domenica 8 Settembre 2024
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«La costa come un balcone di casa»: così a Otranto svendevano i beni

Svenduta, come un qualsiasi balcone di casa, per consentire all’amico imprenditore di acquistare un bene demaniale e farci una struttura turistica di lusso.

Le carte dell’operazione che ha portato in carcere i fratelli Luciano e Pierpaolo Cariddi, sindaci (in tempi diversi) di Otranto, raccontano la facilità con cui si studiavano escamotage. Episodi che si susseguono senza scrupoli negli anni. E tra questi, la vicenda dell’immobile, a uso civile, che si affacciava sulla piazzetta sul lungomare di Otranto, proprio sotto la chiesa della Madonna dell’Altomare.

Un immobile che godeva di una posizione di rilevante impatto panoramico. Dopo aver ottenuto facilmente l’accatastamento, al quale l’allora sindaco Cariddi non si oppone, e aver concordato anche lo sfruttamento turistico di un frantoio ipogeo e dei condotti realizzati in tempo di guerra, si affronta la questione della terrazza per la quale decidono di instaurare un falso contenzioso per rivendicarne il titolo per usucapione: «Tu fai causa, dici che è tuo per usucapione – propone l’imprenditore Salvatore Giannetta – Poi durante la causa ci regoliamo, se le cose vanno bene … altrimenti sospendiamo la causa».

D’accordo Luciano Cariddi: «Facciamo transazione… io pago le spese legali, mi faccio carico, ti riconosco … però tu ti impegni a venderlo… a questo punto! Ti pago, è chiaro?». E quando l’imprenditore chiede quanto possa costare, il sindaco gli risponde: «Non è edificabile, eh! Per quel valore che può tenere che sta al centro del paese sul mare … per carità … come una qualsiasi casa altra … Che poi tu chiedi l’obiettivo di destinarlo commercialmente … quelli sono cazzi tuoi! Per il momento casa è, e quindi ha valore di terrazzo di casa! Quanto costa un balcone … solitamente i balconi valutano al 50 per cento del metro quadro della casa».

Questa mattina i fratelli Cariddi compariranno, così come gli altri 8 arrestati ai domiciliari, dinanzi alla gip Cinzia Vergine per l’interrogatorio di garanzia. Sono accusati, a vario titolo, di delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, corruzione elettorale, frode in processo penale, depistaggio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato e dell’Ue. Gli imprenditori coinvolti, Raffaele De Santis (presidente di Federalberghi Lecce), Roberto De Santis, Luigi Bleve e Salvatore Giannetta, sono ritenuti “esponenti del centro di potere economico-imprenditoriale”, “referenti indispensabili” dei Cariddi in quanto “collettori di voti” e finanziatori delle campagne elettorali.

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