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sabato 27 Luglio 2024
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La visita tra un anno con la Asl ma a pagamento può farla il giorno dopo: la denuncia a Lecce

Ancora una denuncia per i lunghi tempi di attesa nella sanità salentina. Questa volta arriva da un cittadino leccese che racconta la sua esperienza.

«A metà gennaio ho richiesto al Cup di Lecce la prenotazione per una visita di Chirurgia plastica. Mi è stato comunicato che la lista per tali prenotazioni era già chiusa per tutto il 2024 e per tutta la provincia. È stato aggiunto però, doverosamente, che la stessa visita potevo ottenerla il giorno dopo, a mezzo Alpi, al costo di 205 euro», spiega l’uomo. «Cose già sentite, si dirà, ma in questo caso mi sembra che c’è di più e che va denunciato: se è vero che in quindici giorni si è esaurita la lista di prenotazioni per tutto l’anno, quante visite sono state programmate per lo stesso periodo? È possibile che in 15 giorni le persone che hanno prenotato tale visita siano state tante da esaurire la lista? La direzione sanitaria ha sotto controllo tale situazione e, soprattutto, con quali criteri ha programmato il numero di visite quotidiane tra tutti i chirurghi plastici della provincia? In assenza di accesso agli atti è possibile procedere con una denuncia alla procura della Repubblica contro l’Asl di Lecce come, peraltro, si sta facendo in altre città con il sostegno di comitati e associazioni e con ottimi risultati?», chiede il cittadino che si è rivolto allo Sportello dei Diritti.

«Ogni giorno ci arrivano denunce sulle liste d’attesa nella sanità pubblica. Un cancro, non più e non solo nel senso letterale del termine. Alla fine ne va davvero della salute del singolo cittadino poiché ogni giorno di ritardo nella diagnosi o nelle cure necessarie può rappresentare la discriminante tra la vita e la morte o un fine vita migliore o peggiore», afferma Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti. «La politica ne prenda atto immediatamente in quanto, se ciò accade adesso qui al sud con l’attuale legislazione concorrente in materia di sanità pubblica, figuriamoci cosa accadrà se verrà attuata l’autonomia differenziata», conclude Giovanni D’Agata.

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