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domenica 1 Settembre 2024
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Lecce, intervento al femore per una donna di 100 anni: la paziente sta bene ed è tornata a casa

È tornata a casa, circondata dall’affetto dei suoi cari, la signora di 100 anni che ha subito un intervento per una frattura al femore nel reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, diretto dal dottor Giuseppe Rollo.

La frattura del femore, ricordano dall’Asl Lecce, “è sempre un evento doloroso e complesso a qualunque età ma nell’anziano, e in particolare nei centenari, può essere fatale”.

L’intervento, però, è perfettamente riuscito anche se a complicare la situazione della signora c’era il fatto che non volesse ricevere, per ragioni religiose, trasfusioni di sangue, spesso necessarie nel corso dell’intervento chirurgico e durante la degenza post operatoria.

«La frattura di femore è la frattura più comune nell’anziano. Rappresenta un evento grave, con una mortalità significativa nei pazienti anziani», afferma il dottor Paolo Pichierri dell’équipe che ha eseguito l’intervento. Nella maggior parte dei casi, dopo un intervento di protesi, «si rendono necessarie trasfusioni di sangue post-operazione. In questo caso la paziente, perché testimone di Geova, rifiutava le trasfusioni. L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione di un team multidisciplinare composto, oltre che dall’ortopedico, dall’anestesista, dall’ematologo, dal geriatra, dal fisioterapista e dagli infermieri», spiega.

Essenziale, dice ancora Pichierri, «è stata la preparazione della paziente con farmaci che aiutano il midollo osseo a produrre una maggior quantità di globuli rossi, un’attenta emostasi durante l’intervento, la possibilità di eseguire il recupero intraoperatorio del sangue. Tutto questo in tempi molto stretti per cercare di eseguire un trattamento chirurgico tempestivo per ridurre e minimizzare le complicanze quod vitam, allo scopo di rimettere in piedi il prima possibile la paziente. Il paziente anziano è considerato un soggetto fragile, quindi in ogni intervento chirurgico, anestesia e assistenza infermieristica deve essere personalizzata in base alle condizioni cliniche del paziente e, come in questo caso, anche alle richieste personali», conclude.

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