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sabato 27 Luglio 2024
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Pista Porsche a Nardò, la protesta in Regione: «Progetto impattante, va rivisto»

Riaprire l’autorizzazione regionale all’ampliamento della pista di Nardò concessa al gruppo Porsche. Questo l’oggetto dell’audizione richiesta in Commissione regionale Urbanistica dal consigliere pentastellato Cristian Casili.

Obiettivo della seduta: esaminare con gli assessori competenti le motivazioni che hanno spinto la Regione Puglia a rilasciare il permesso ai proponenti del Nardò Technical Center.

Alla seduta sono state invitati le associazioni ambientaliste, fra cui Italia Nostra, e comitati contrari al progetto che prevede un investimento da circa 400 milioni con la creazione di circa 500 posti di lavoro. L’audizione, però, è stata rinviata a lunedì prossimo alle 14 stante le assenze dei tre assessori competenti in materia: quello allo sviluppo Alessandro Delli Noci, in Giappone per una missione istituzionale, il consigliere delegato all’Urbanistica Stefano Lacatena, in America per vicende personali, e l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, impossibilitata a partecipare per concomitanti impegni istituzionali. Tuttavia gli ambientalisti presenti hanno accennato a un lungo elenco di perplessità relative al progetto di allargamento della pista.

Un intervento ad alto rischio, hanno sottolineato i presenti, considerando che insiste in una zona considerata di grande pregio naturalistico e inserita nella direttiva Habitat Ue per la salvaguardia degli habitat naturali. L’area in questione, infatti, insiste nella riserva naturale regionale orientata “Palude del Conte e Dune Costiere” gestita dallo stesso comune di Porto Cesareo. Nella parte meridionale il progetto impatta sul sito di interesse comunitario “Palude del Conte, Dune di Punta Prosciutto”.

A conferma dell’alto valore naturalistico i pareri dei Comitati Via (Valutazione di Impatto Ambientale) e Vinca (Valutazione di Incidenza ambientale) della Regione Puglia che hanno segnalato gli «impatti su tali componenti sono negativi e significativi». Anche l’ufficio Parco del Comune di Porto Cesareo, gestore della riserva naturale, ha definito «significativamente negativa e rilevante» l’incidenza dell’intervento richiesto da Porsche.

Basti pensare che le opere di cantiere comporteranno il taglio di oltre 400mila metri quadri di foresta, circa 40 ettari oltre a più di un milione e mezzo di metri quadri di altre superfici boscate, in particolare di alberi di leccio, oltre a 70mila metri quadri di habitat di steppa, specie prioritaria. Un polmone verde al posto del quale il gruppo Porsche s’è impegnato a piantumare 1,2 milioni di piantine di nuovi alberi al di fuori dell’anello interessato dagli abbattimenti. Il tutto, peraltro, grazie alla pubblica utilità assegnata al progetto da parte della Regione Puglia. Di qui l’appello a ricercare interventi alternativi a quello ritenuto troppo «invasivo».

Una questione che adesso sarà esaminata dagli assessori competenti anche se, così com’è emerso ieri, con pochissimi margini di manovra.

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