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sabato 27 Luglio 2024
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Pnrr, Stefanazzi: «Nelle province di Lecce e Brindisi a rischio 683 progetti per 267 milioni di euro» – VIDEO

Sono 683 i progetti a rischio nelle province di Lecce e Brindisi a seguito del taglio degli assi del Pnrr voluto dal ministro Fitto, per un valore complessivo di 267 milioni di euro. È quanto ha spiegato il deputato del Partito democratico, Claudio Stefanazzi, in una conferenza stampa che si è tenuta stamattina a Lecce.

Stefanazzi ha presentato i dati relativi al definanziamento dei progetti presentati dai Comuni delle province di Lecce e Brindisi ammessi a finanziamento nell’ambito delle misure del Pnrr.

Fitto, ha detto il deputato dem, sostiene che i 267 milioni, «verranno coperti, ma il servizio studi della Camera attesta che il piano del ministro non indica in maniera specifica quali saranno le fonti di copertura. Dunque, o il ministro non sa come coprire quelle somme o il riferimento che fa al Fondo sviluppo e coesione è preoccupante».

Nel dettaglio, nella provincia di Lecce sono coinvolti 536 progetti di cui 154 per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali, 29 per la rigenerazione urbana, 5 per la valorizzazione di beni confiscati alle mafie e 348 per l’efficienza energetica dei Comuni, per un valore totale di 172 milioni di euro. Nella provincia di Brindisi, invece, sono a rischio 147 progetti dal valore di 95 milioni di euro.

«C’è da chiedersi – ha proseguito Stefanazzi – come sia possibile, avendo il Fondo in questione un vincolo di destinazione dell’80% degli investimenti per il Sud e il 20% per il Nord, come riuscirà a coprire le somme che spettano ai comuni settentrionali e a rispettare tali percentuali: o non è vero che andrà a coprire con Fsc, il che è un dramma, oppure ci sta dicendo che intende rivedere la clausola dell’80 e 20 percento, sottraendo così risorse al Sud. Il dubbio che abbiamo tutti – ha concluso – è che in realtà il ministro abbia tagliato dei progetti e non abbia idea di come li andrà a coprire. Intanto il tempo passa, i Comuni si sono spesso impegnati in bandi o appalti già oggetto di inizio lavori».

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