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Presunti illeciti per il rinnovo del Cda della Bcc Terra d’Otranto: l’accusa chiede 8 anni per l’ex sindaco di Carmiano

La pubblica accusa ha chiesto otto anni e sei mesi di reclusione per l’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, nell’ambito del processo su presunti illeciti commessi nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio di amministrazione della Banca di credito cooperativo di Terra d’Otranto del maggio 2014, sulle quali la Procura di Lecce ipotizza ci siano stati condizionamenti della Sacra corona unita.

Mazzotta, socio e amministratore di fatto della banca, è imputato insieme ad altri cinque indagati per i quali l’accusa, sostenuta dalla pm della Dda Carmen Ruggiero, ha chiesto ai giudici della prima sezione penale condanne che variano da 2 anni e 6 mesi ai 6 anni e 6 mesi.

Gli imputati rispondono, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, e tentata concussione.

Tra gli imputati anche Saulle Politi, 47 anni, già condannato per associazione mafiosa, e Giovanni Mazzotta, 56 anni, considerato vicino al clan Tornese della Scu.

L’udienza è stata aggiornata al 9 ottobre per le arringhe.

L’ex sindaco Mazzotta è accusato di aver favorito il fratello Dino per fargli ottenere la presidenza del Cda (ai danni di un altro concorrente), attraverso numerose false autenticazioni delle firme dei soci favorevoli a votare per la lista capeggiata da Dino Mazzotta.

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