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Profanata l’Eucaristia nella Chiesa del Carmine a Lecce, il vescovo: «Profondo dolore e preoccupazione»

«Dolore» e «preoccupazione» esprime monsignor Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce, per quanto accaduto la notte tra martedì e mercoledì nella Chiesa del Carmine, in piazza Tancredi nel centro storico del capoluogo salentino.

Ignoti si sarebbero introdotti nella chiesa e avrebbero profanato l’Eucaristia custodita nel tabernacolo e spostato il santissimo sacramento. Poi avrebbero tolto la corona alla statua della madonna e fatto cadere vari arredi sacri. Inoltre avrebbero infranto la porta di vetro dello studio del rettore impossessandosi di una piccola somma di denaro destinata dal padre spirituale ai tanti bisognosi che ogni giorno si presentano in chiesa. A quanto si apprende quella sera le telecamere di videosorveglianza installate nella chiesa non funzionavano.

Su quanto accaduto indagano i carabinieri ma monsignor Seccia ricorda che la «legislazione canonica è molto chiara rispetto alla profanazione delle specie consacrate: la pena comminata a chi si macchia di questo crimine è la scomunica latae sententiae».

L’arcivescovo di Lecce sottolinea che l’episodio «non deve solo sdegnarci» ma «deve porci in un atteggiamento di vigilanza, di riflessione, di verifica». Ciò che è accaduto, prosegue in una lettera, «non può essere considerato in maniera circoscritta, spesso invece è manifestazione di un cortocircuito educativo che è in atto, e che non permette – soprattutto alle fasce più giovani della nostra società – di vivere in maniera libera ed equilibrata le dimensioni relazionali fondamentali che riguardano la persona umana».

Monsignor Seccia ricorda ancora che «la Chiesa che vive la sua duplice funzione di Maestra e Madre, ci invita ad adottare la logica della corresponsabilità come antidoto all’indifferenza; essa non chiude le porte della Misericordia di Dio neanche verso coloro che per un momento di lucida follia hanno compiuto tali gesti. In questi casi – continua -, anche l’azione disciplinare più severa, ha sempre come fine la salvezza delle anime e come medicina, vuole curare le patologie spirituali».

L’arcivescovo di Lecce, per la giornata di domani, Presentazione al Tempio del Signore, chiede che «in tutta la Diocesi e in ogni chiesa aperta al culto, sia celebrata la Santa Messa in riparazione per quanto accaduto, pregando per la conversione di coloro che hanno commesso questo delitto e per la nostra conversione, che sempre viene richiesta dal Signore ai suoi discepoli».

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