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Vernole, proseguono gli studi sul porto sommerso ritrovato nella riserva naturale Le Cesine

Nel 2020 nella riserva naturale Le Cesine, a Vernole, fu scoperto un importante complesso portuale, noto come il porto ritrovato.

La campagna di ricerche archeologiche subacquee e costiere condotta dall’Università del Salento prosegue per meglio comprendere le strutture individuate tre anni fa, in gran parte di età romana.

In particolare, a 15 metri circa dalla costa, verosimilmente in corrispondenza della riva antica, a una profondità che va da meno di un metro ai 3,5 metri, si sviluppa una struttura identificata con la fondazione di un possente molo, larga circa 8 metri e lunga almeno 90, realizzata in grandi blocchi giustapposti e originariamente sovrapposti, oggi crollati e sparsi a causa della forza disgregatrice del moto ondoso.

La campagna 2023 mira a comprendere se i due settori siano parte della stessa opera e a realizzare un nuovo e più completo rilievo tridimensionale delle parti visibili. Infine una terza area corrisponde alla cosiddetta chiesa sommersa, un edificio con base intagliata in uno sperone roccioso.

Sullo stesso allineamento si trovano altri blocchi, disposti in linee parallele e perpendicolari.

Nel corso di questa campagna sarà possibile realizzare anche di questo elemento un modello digitale tridimensionale.

Le ricerche sono dirette dalla professoressa Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea dell’ateneo salentino: «Questo ricco patrimonio tra terra e acqua – commenta – si presta senz’altro a un intervento integrato di valorizzazione in grado di coinvolgere tutti gli attori locali e riconoscere a questo paesaggio la sua unicità».

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