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Pd, intesa sul programma ma non sulle candidature

Ennesima fumata nera dal tavolo per le candidature nel Partito democratico. Ieri il segretario Enrico Letta ha illustrato al Nazareno il programma elettorale e il video in tre lingue per promuovere i punti chiave. Nel documento di 34 pagine, approvato all’unanimità, si punta su tre pilastri: sviluppo-lavoro- diritti. Prevede subito il ddl Zan sull’omotransfobia e l’introduzione del matrimonio egualitario, la parità di genere e lo ius scholae.

Un programma molto orientato sul sociale con i 500mila alloggi popolari da realizzare in dieci anni, una sorta di progetto Ina-Casa di fanfaniana memoria. E ancora i rigassificatori ma solo in fase transitoria, insieme a una transizione ecologica e a un sistema fiscale più equo con la riduzione dell’Irpef a partire dai redditi più bassi e la lotta all’evasione.

In salita, come detto, la strada per arrivare a definire le candidature. Il caos regna sovrano in tutte le regioni fra uscenti, quote rosa, new entry. Alla fine la segreteria ha deciso di far slittare la direzione nazionale fissata per oggi. Altre 24 ore di tempo e una nuova convocazione per domani alle 11 per provare a tirare le somme equilibrando le richieste dei territori e le esigenze di Roma. Fra i nodi più aggrovigliati c’è sicuramente la Puglia con i vertici del Pd e i rappresentanti delle civiche del presidente Michele Emiliano in pressing per spuntare i posti rivendicati e promessi nei giorni scorsi.

In primis per il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, destinato a uno dei sei posti blindati di Camera e Senato. Lo schema attuale potrebbe essere modificato rivedendo i capilista Lacarra, Pagano, Capone e Piemontese, mentre appaiono più certe le due postazioni a Palazzo Madama per il deputato uscente Francesco Boccia e la sottosegretaria Assuntela Messina.

L’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo, invece, l’altro candidato dei civici, resta in predicato di scendere in campo nel collegio uninominale di Lecce. Così come per Foggia è in corsa Rosario Cusmai, consigliere politico del presidente Emiliano. In paziente attesa anche il sindaco barese Antonio Decaro che vuol spuntare la candidatura per la sindaca di Bitetto Fiorenza Pascazio in quota Anci. Stesso dicasi per l’avvocato Michele Laforgia che potrebbe essere schierato nel collegio uninominale di Bari sotto il simbolo di Articolo Uno. Ieri l’associazione “La Giusta Causa”, guidata dal penalista, ha fatto alcune precisazioni sulla vicenda. «A oggi – si legge nel comunicato – né l’associazione né Michele Laforgia hanno ricevuto una proposta di candidatura, in qualsiasi collegio elettorale, da partiti, movimenti, coalizioni o liste di centro, centrosinistra o sinistra. Se una proposta arriverà nei prossimi giorni, ne parleremo e prenderemo una decisione collettiva e condivisa, coerente con quello che abbiamo sempre sostenuto. Sin da ora, tuttavia, vogliamo dire con altrettanta chiarezza che non siamo disposti ad accettare una candidatura finalizzata a prendere qualche voto in più per garantire l’elezione di altri o altre, come già avvenuto nel 2018».

Bocche cucite, invece, nel centrodestra con i coordinatori pugliesi di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega in attesa di essere convocati a Roma la prossima settimana per chiudere il dossier delle candidature. I Cinque Stelle, infine, hanno fissato per martedì la data delle Parlamentarie, il voto online per definire le liste che saranno pubblicate in giornata. Ogni iscritto, tesserato da almeno sei mesi, esprimerà da uno a tre preferenze. In corsa un esercito di oltre 2mila candidati in cui spiccano i 14 parlamentari uscenti e amministratori locali.

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