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lunedì 16 Settembre 2024
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Regionali, Meloni: «In Puglia si vota nel 2025». Emiliano è pronto, Decaro in attesa

Arriva la schiarita sulle prossime regionali con la Puglia che andrà al voto insieme alle altre regioni nel 2025. L’annuncio l’altro giorno subito dopo il direttivo nazionale di Fratelli d’Italia, direttamente dalla premier Giorgia Meloni che ha citato una per una, Puglia compresa, le Regioni attese dall’importante partita elettorale. Va in soffitta così l’ipotesi di uno slittamento nel 2026, visto che nel 2020 il voto si tenne a settembre causa pandemia.

Le strategie

L’annuncio impone un’immediata rivisitazione di piani e strategie da parte di leader e partiti pugliesi. A partire dall’ipotesi del terzo mandato ribadita qualche giorno fa dal governatore Michele Emiliano. Un messaggio politico probabilmente più che il reale desiderio di tuffarsi nella terza campagna elettorale di fila e, soprattutto, di imbattersi in una tortuosa manovra giuridica. Per diventare ancora eleggibile, infatti, Emiliano deve ottenere dal Consiglio regionale la modifica della legge elettorale nella parte relativa al limite dei due mandati, recependo al contempo la legge quadro nazionale del 2004 che porterebbe ad azzerare il conteggio delle legislature già svolte per far ripartire il conteggio dalla data del recepimento e dunque a partire dalla prossima legislatura. Un escamotage già utilizzato da Zaia in Veneto e da Formigoni in Lombardia, non esente dai controindicazioni giuridiche e soprattutto politiche.

In realtà il presidente pugliese invia un “pizzino” al successore in pectore, l’eurodeputato Antonio Decaro, invitato in sostanza a concordare con l’attuale inquilino di lungomare Nazario Sauro piani, candidature e strategie della futura campagna elettorale fissata fra un anno. Ma anche l’ipotesi di una possibile sostituzione in corsa di Decaro nella malaugurata ipotesi che la Commissione d’accesso spiani la strada allo scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose decretando l’incandidabilità dell’ex sindaco.

Le fibrillazioni

Intanto il Consiglio regionale pugliese continua a restare ostaggio delle fibrillazioni interne alla maggioranza. Ieri i capigruppo hanno stabilito di rinviare la prima seduta dopo la pausa estiva fissata al 10 settembre e posticipata al 17 ufficialmente per assenze, congedi e mancanza di numeri. Numeri necessari per approvare i quesiti per il referendum contro l’Autonomia differenziata, con l’indicazione dei due relatori in rappresentanza della Regione: un punto decisivo sul quale il centrosinistra andò al tappeto nell’ultima seduta del 30 luglio scorso con i lavori interrotti e il voto negativo sul Defr, il documento di economia e finanza.

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