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lunedì 14 Ottobre 2024
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Sempre più aziende agricole “rosa” in Puglia: «Coniugano impresa con rispetto per l’ambiente»

Si è aperto con un minuto di raccoglimento per la tragica morte di Giulia Cecchettin, il seminario formativo sulla certificazione di genere organizzato dall’Osservatorio nazionale parità di genere presso la sede di Coldiretti Puglia.

Durante l’incontro è emerso che in Puglia sono più di 23mila le aziende agricole condotte da donne che “stanno rivoluzionando in senso innovativo l’economia sulla scorta di un rinnovato protagonismo femminile che va sostenuto con nuove misure incentivanti e premianti”, evidenzia la Coldiretti regionale in una nota.

In questo senso, «la formazione è importante per tutte le donne imprenditrici che hanno scelto di lavorare in agricoltura, dimostrando capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità», spiega la presidente di Coldiretti Donne Puglia, Rita Tamborrino.

Le aziende agricole “rosa” stanno dando un volto multifunzionale e innovativo al settore con professioni antiche riviste in chiave moderna, in agricoltura, silvicoltura e pesca in Puglia, dove cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305.

La loro presenza in campagna sta rivoluzionando il lavoro nei campi: le donne, infatti, sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore delle donne in agricoltura sono le attività sociali, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti attività per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e soprusi.

La situazione è in positiva evoluzione anche se resta ancora un pesante gender gap, sottolinea Coldiretti Puglia, che poi traccia un identikit delle imprenditrici agricole: “sono giovani e con un’alta professionalità, tanto che una su quattro (25%) è laureata peraltro sempre più spesso non in indirizzo agrario. Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita. Non a caso quasi la metà delle domande di primo insediamento in agricoltura delle misure dedicate agli under 40 provengono da ragazze, secondo Coldiretti”.

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