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Sfiduciato il sindaco Melucci

Diciassette consiglieri comunali a Taranto, su un totale di trentadue, hanno presentato le loro dimissioni, facendo venir meno la maggioranza e, dunque, le condizioni minime di agibilità politica per la Giunta.

La città dei due mari da oggi non ha un sindaco e sarà così fino alla prossima primavera quando i cittadini saranno chiamati a votare.
Tra i principali animatori della fronda anti Melucci c’è Massimiliano Stellato, consigliere comunale e regionale, che da tempo si è espresso contro alla sua ricandidatura. Fa parte del gruppo dei “federati”, insieme a Pietro Bitetti, consigliere comunale e provinciale, e al presidente della Provincia Giovanni Gugliotti. Non hanno mai nascosto di lavorare a una candidatura alternativa e avevano provato a convincere il presidente Michele Emiliano della bontà delle loro intenzioni.
Il Presidente della Regione, però, ha sempre dichiarato fiducia nell’operato di Melucci indicandolo come naturale candidato del centrosinistra senza passare dalle primarie.
Il lavoro dei “federati” in Consiglio Comunale, però, è stato particolarmente efficace, al punto da convincere l’intera maggioranza a firmare le dimissioni. Da oggi parlare di primarie, probabilmente, non sarà più un tabu. Nel frattempo, però, una città come Taranto, con tante criticità da gestire, verrà amministrata da un commissario.
«La fine dell’amministrazione Melucci causata dalle dimissioni di 17 consiglieri comunali di Taranto che non hanno avuto il coraggio di mettere la faccia in Aula, ma si sono nascosti come codardi in uno studio notarile, è un atto di vigliaccheria contro l’intera città di Taranto», ha detto Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile Regioni e ed enti locali della segreteria nazionale: «Il Partito democratico è unito al fianco di Rinaldo Melucci, un sindaco che in questi anni ha sempre lottato per cambiare Taranto e per costruire un futuro migliore per i tarantini. Ho Taranto nel cuore per averla vissuta a fondo da Commissario liquidatore e conosco l’orgoglio e la forza di una grande comunità. I tarantini non si faranno schiacciare dall’arroganza di una pessima politica già oggi rivendicata da Salvini e dalla Lega. Taranto, come la Puglia, non si farà occupare da questa destra tracotante».
Sulla questione è intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un’assemblea di Confindustria in corso a Roma: «Dopo anni di pessima amministrazione – ha detto – per il centrodestra è una grande occasione per offrire una seria proposta di buongoverno, allargata a chiunque voglia mettersi al servizio della città». Sulla stessa onda il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani: «lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Taranto può rappresentare un’occasione per la comunità e per il centrodestra. Lavoreremo con gli alleati di centrodestra e con tutte le forze alternative alla sinistra per costruire una proposta seria e credibile per Taranto».
«Con la loro firma tentano di ammazzare il sogno dei tarantini che nel lavoro concreto e lungimirante dell’amministrazione guidata da Rinaldo Melucci avevano finalmente trovato la voglia di credere che Taranto potesse essere una città internazionale», affermano dall’associazione “Taranto Crea”, il progetto culturale e politico nato spontaneamente intorno all’azione e all’operato della giunta Melucci, un gruppo di uomini e donne che credono che con lui il cambiamento iniziato possa diventare la discriminante per scrivere una nuova storia per la città di Taranto.
In una nota l’associazione parla di «diciassette nomi che sono il simbolo della grettezza politica, del tradimento della fiducia umana e politica. Uomini e donne che con questo atto vile provano a fermare la crescita esponenziale della città di Taranto».
«Restiamo fermi nella nostra posizione, al fianco di Rinaldo Melucci, sulla scia della sua azione politica di rigenerazione culturale e ambientale. Rifiutiamo, condanniamo e non dimenticheremo, di contro, chi ha voluto questa degenerazione partitica e che ancora una volta ha dimostrato l’arrivismo politico con questo gesto con cui prova a uccidere Taranto», conclude la nota.

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