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Spesa per la cultura: Puglia in coda a tutti. Le famiglie le dedicano solo il 2,2% dei redditi

Sono in ripresa i consumi delle famiglie per la cultura, lo sport e il tempo libero ma ancora distanti dai numeri di prima della pandemia.

Il report di Federculture, un appuntamento fisso per fare il punto sulla spesa in ambito culturale e ricreativo, registra un acutizzarsi delle differenze territoriali, con una forbice di ben 85 euro tra la regione che spende di più, il Trentino Alto Adige (127,8 euro) e quella che spende meno, la Calabria (42,4 euro). Una analisi che trova conferma anche nell’impatto, in termini sempre percentuali, che la spesa per cultura, sport e tempo libero ha sul reddito delle famiglie.

In questa specifica classifica la Puglia è la regione in cui si spende meno in Italia rispetto al reddito. Considerando una spesa media per fare fronte a tutte le necessità di 1983 euro, che già di per sé è più alta solo rispetto al dato calabrese tra le regioni, appena il 2,2 per cento viene speso in attività ricreative: 44,45 euro. Va un po’ meglio in Basilicata, dove sempre nel 2022 si è arrivati a 2,8 per cento, ma si è molto distanti dal 4 per cento, ad esempio, di Emilia Romagna e Lombardia.

Se il 2022 è stato comunque l’hanno della ripresa, in Puglia si spende ancora il 56,5 per cento in meno per i teatri rispetto al 2019 e in Basilicata il 50 per cento, nonostante una crescita del 232 per cento e del 208 per cento nell’ultimo anno. E’ la fotografia di un Paese che, seppure tra mille differenze e con un divario Nord-Sud particolarmente ampio, ha ripreso la vita normale dopo le restrizioni dovute alla pandemia ma che, frenato dall’inflazione, stenda a tornare quello di prima.

I ricercatori stimano la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia in 2.625 euro (in valori correnti), in aumento dell’8,7% rispetto ai 2.415 euro del 2021. Tale incremento, tuttavia, non corrisponde a un maggiore livello di spesa per consumi anche in termini reali, in ragione della forte accelerazione dell’inflazione registrata nel 2022 (+8,7% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo), che rende la spesa in termini reali sostanzialmente inalterata. In questo contesto, la spesa non alimentare cresce del 10% rispetto al 2021.

Tra le spese non alimentari, dopo il capitolo Servizi di ristorazione e di alloggio che registra l’aumento più elevato (+32,2 per cento), quello in ricreazione, sport e cultura segna il secondo incremento più consistente. La spesa media mensile delle famiglie per questa voce è infatti pari a 92 euro in crescita del 15,9% rispetto all’anno precedente. Se in tutti i comparti della cultura nell’ultimo anno c’è stato comunque un incremento dei consumi, per la lettura il trend negativo sembra non volersi proprio arrestare. È l’unica voce in diminuzione del 3,7 per cento. Unica nota positiva è l’incremento, di ben il 6,5 per cento, di coloro che leggono “12 o più libri” all’anno. Una magra consolazione o forse il punto da cui ripartire.

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